Festival di Sanremo: Una prima serata fatta di bassi e pochi alti

Puntuali come un orologio svizzero, alle 20:45 parte il Festival di Sanremo. Un Festival sicuramente unico e speciale quello che ci dovremmo aspettare. Un Teatro Ariston vuoto e un palco ipergalattico è quello che appare in prima serata su Rai1; vuoto come lo sono i più di mille e passa teatri in questo momento in Italia. E sarà proprio questo vuoto a caratterizzare tutta questa prima puntata del Festival di Sanremo. La conduzione è mancante di brio, di leggerezza, di vivacità. Un continuo e pesante accanimento sulle poltrone vuote e sulla mancanza di “veri” applausi, seppure è sempe ricordare quanto importante sia il pubblico da casa. Un Amadeus troppo impostato e troppo concentrato nella sua veste di professorino bacchettone. Un Fiorello, che ringraziamo di esistere, elegantemente vestito Armani, altrimenti sarebbe potuto essere un flop.

Tutto ha inizio al buio con un dialogo tra Amadeus e Fiorello. Si accendono le luci e appare un Amadeus con un completo firmato Gai Mattiolo, che vestirà per tutte le puntate: il conduttore è  visibilmente emozionato. Segno della croce e giù per le scale. Parole di rito, ringraziamenti vari e letterina scritta a mano. L’attenzione si sposta di nuovo sui famosi gradini dell’Ariston dove un “inrosato” Fiorello, con un mantello di rose che vanno dall’arancione al giallo, scende le scale cantando la famosissima e indimenticabile canzone di Nilla PizziGrazie dei Fior“, vincitrice nel 1951 del primo Festival di Sanremo, in versione moderna e un pò rock.  Fiorello anche l’anno scorso ci aveva dimostrato la sua ilarità e simpatia soprattutto quando decise di scendere le scale dell’Ariston vestito da Maria De FIlippi.

Inizia la gara: in un teatro vuoto arrivano le Nuove Proposte del Festival

In base al  regolamento i primi ad esibirsi sono i cantanti e le cantanti della categoria “Nuove Proposte“; tre ragazzi e una ragazza, la più giovane ad esibirsi quest’anno, presentano in prima serata e in Eurovisione i loro brani editi.

A prendere il via per primo in questa edizione è Gaudiano. Classe 1991, si esibisce con la sua “Polvere da sparo“, brano che ha scritto dopo la morte del padre. Una canzone pop in cui il cantautore racconta il sentimento di impotenza nei confronti  della  malattia e la solitudine del lutto. Subito dopo è il turno di Elena Faggi, 19 anni compiuti da pochissimo, che partecipa al festival con “Che ne so“, brano che è specchio della sua età, quando i primi amori si uniscono alle illusioni ed è tutto una grande incertezza.

Di arancio vestito e con un pallone in mano scende le scale Avincola, che interpreta il suo brano “Goal!” Racconta la vita dal punto di vista del “panchinaro”. Ultimo ad esibirsi Folcast con “Scopriti” brano scritto e composto da lui stesso. Le Nuove Proposte durante le esibizioni sono state giudicate dai 300 membri della giuria demoscopica e dal televoto.  Alla finale di venerdì 5 marzo, dove si sfideranno con i due finalisti che verranno nominati stasera, Folcast e Gaudiano. 

Bisogna arrivare alle 2 quindi con tutta calma

Puntuali nella partenza, ma un pò meno nelle esibizioni. Il via ai big è per le 22, un’ora e un quarto dopo l’inizio, sintomo di una lentezza che andrà sempre più a far sentire il suo peso.

La prima ad esibirsi è Arisa con la sua “Potevi fare di più” e titolo mai stato più azzeccato anche per lei. La canzone non convince quanto il suo fantastico look con un vestito rosso fuoco Maison Margiela.

Subito dopo si esibiscono il duo Colapesce e Dimartino con un brano molto carino e orecchiabile, forse anche troppo visto che aveva l’aria di averla già sentita tipo “We are the people” degli Empire of the sun e questo nonsoché di anni 80: “Musica leggerissima“.

Terza esibizione quella di Aiello che si presenta con il brano “Ora” che onestamente non ho capito molto bene. Anzi in realtà quello che ho sentito sono due canzoni sul palco: voce e musica, che non andavano insieme a tempo. In più ero distratto dai tantissimi anelli.

È il momento di Francesca Michielin e Fedez che con il loro brano “Chiamami per nome“, ma non replicano il grande successo di altre loro collaborazioni. Fedez, con una camicia stile Joker e abito firmato Versace, prende una nota ogni tre e deve ringraziare Francesca che ha tenuto molto bene la scena. Una nota personale, solo io ho rivisto in Francesca Michielin, Isabella Rossellini nel ruolo di  Lisle Von Rhuman de “La morte ti fa bella“?

Geniale come sempre Max Gazzé che si presenta sul palco vestito da Leonardo Da Vinci accompagnato dalla, inesistente, Trifluoperazina Monstery Band con il brano “Il farmacista“. Un brano con uno spessore, come tutti i brani di Gazzé, ma con un’esibizione che ha fatto tanta acqua.

Arriva il momento di Noemi, che con “Glicine” sostituirà Irama a causa della positività di un membro del suo staff e che attualmente fa rischiare al ragazzo l’eliminazione dalla gara ; si commenta la sua esibizione, il suo look e la canzone con una sola parola: sublime.

 

Il tempo passa e non siamo nemmeno a metà Festival

Sorvolando sulla spiegazione di Fiorello di come si chiamano le dita dei piedi, alle 23:38 siamo a nemmeno la metà dei cantanti in gara e il programma proprio non decolla. Si spera che con l’ingresso di Achille Lauro, vestito da Gucci, un po di scossa arrivi. Ma, a mio modesto parere, non succede. Ispirato da “Velvet Goldmine“, Lauro si esibisce con “Solo noi” e con un lungo monologo: 

Lettera del mondo all’umanità: Scostante, aliena, trafitta, io so come ti senti. Sono qui trafitto nei tuoi preconcetti, aiutami, perché ne ho bisogno, come si ha bisogno dell’abbraccio di una madre. Non dimenticare chi eri. Tu sopravvivevi perché ti bastava un abbraccio. Io sarò lì per guardarti amare di nuovo.

Sono il Glam rock. Sono un volto coperto dal trucco. La lacrima che lo rovina. Il velo di mistero sulla vita. Sono la solitudine nascosta in un costume da palcoscenico. Sessualmente tutto. Genericamente niente. Esagerazione, teatralità, disinibizione. Lusso e decadenza. Peccato e peccatore, Grazia e benedizione. Un brano che diventa nudità. Sono gli artisti che si spogliano, E lasciano che chiunque possa spiare nelle loro camere da letto e in tutte le stanze della psiche. Esistere è essere. Essere è diritto di ognuno. Dio benedica chi è.

Sul finale gli occhi di Achille Lauro piangono lacrime di sangue, gesto di vicinanza “per il settore dello spettacolo ferito e vessato” ha dichiarato ieri mattina in conferenza stampa.

È quasi mezzanotte ed è il momento di Madame con la sua “Voce“; un brano controverso a parer mio; un misto tra “ho bisogno di ascoltarla mille volte” a “devo assolutamente cambiare“. Mezzanotte, l’ora delle streghe, e sul palco compaioni i Maneskin con “Zitti e buoni“. Brano rock, in stile Maneskin, ma esibizione non soddisfacente. In più il look del frontman della band ricorda molto un Achille Lauro 2020. Altro giro altra corsa è il momento di Ghemon che partecipa al festival con “Momento perfetto” solo che anche per lui, come per Aiello, sembra di assistere a due diversi brani. La musica da una parte e il testo dall’altra. 

Anche l’esibizione dei Coma_Cose lascia molto a desiderare; “Fiamme negli occhi” per alcuni può intendere “cambia canale che mi bruciano gli occhi a vedere certe cose“. È il momento di Annalisa che ci presenta sul palco, vestita Bluemarine e con un paio di sandali alla schiava favolose, un brano davvero sanremese: “Dieci“. E un’esibizione pazzesca anche visto l’orario.  Siamo alle battute finali e ad esibirsi tocca a Francesco Renga che complice l’emozione o l’orario di esibizione, delude un pò. La sua “Quando trovo te” è bella ma non balla. Conclude la manche di questi primi 13 big, Fasma con “Parlami” e per giudicarla credo sia giusta la battuta tratta dal “Diavolo Veste Prada“: “finalmente qualcuno è venuto a lavorare oggi“. Bravo.

L’attesa della classifica

Siamo quindi giunti alla fine di questa prima puntata. Ma prima di capire chi è stato premiato dalla giuria demoscopica, ci terrai a parlare di alcuni momenti della puntata e di alcuni suoi protagonisti. Un velo pietoso sulla esibizione di Fiorello e Amadeus sulle note della “Lambada“; un siparietto di cattivo gusto quello organizzato per Zlatan Ibrahimović, lo stereotipo del cattivo uomo dell’est: orrendo. Una Matilde De Angelis incantevole nei suoi abiti Prada, favolosa educata e governatrice di un palco così importante. E la sua esibizione con Fiorello di “Ti lascerò” meglio di tanti cantanti in gara.

Un plauso va alla banda della Polizia di Stato che si è esibita con la violinista Olga Zakharova e il sax di Stefano Di Battista, e Alessia Bonari, l’infermiera simbolo del Covid. 

Finalmente la classifica; la giuria ha così deciso per questa prima puntata del festival: 

1 Annalisa

2 Noemi

3 Fasma

4 Francesca Michielin e Fedez

5 Francesco Renga

6 Arisa

7 Màneskin

8 Max Gazzè

9 Colapesce e Dimartino

10 Coma_Cose

11 Madame

12 Ghemon

13 Aiello

E non potrei essere più d’accordo. Infine il mio plauso personale va a lei, Regina indiscussa di questo festival: Loredana Bertè. Una pietra miliare della musica italiana che ogni volta riesce a catturare l’attenzione e ad incantare come solo una grande artista può fare. 

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