Frana Ischia: tra le cause anche poca manutenzione e troppa speculazione

Quello accaduto alle cinque di questa mattina sull’isola di Ischia, a  Casamicciola, è stato un evento annunciato, sia ieri dal bollettino di allertamento della Protezione Civile nazionale riportato anche dal nostro giornale, che dalla situazione idrogeologica in cui si trova l’isola, un territorio che da sempre è stato vittima di gravi eventi calamitosi dovuti a cause naturali.

Il 30 aprile del 2006 una frana di fango e detriti colpì il monte Vezzi. Un’intera abitazione venne spazzata via e a perdere la vita furono quattro persone.

Dopo soli tre anni, il 10 novembre del 2009, ad essere colpita fu proprio la zona  di Casamicciola, la porzione dell’Isola Verde compresa tra Porto e Lacco Ameno. A causa delle violenti piogge, dal monte Epomeo si staccò un costone che provocò uno smottamento che trascinò a mare decine di auto e detriti e il fiume di fango investì la strada tra Forio e Ischia Porto, isolando completamente la frazione di Casamicciola che per ore fu raggiungibile solo via mare. La frana provocò una decina di feriti, tra cui una bambina.

Nel 2017, la sera del 21 agosto, a Casamicciola e Lacco Ameno si registrò una scossa di terremoto  di magnitudo 4.0. che causò la morte di due persone e il crollo di diverse abitazioni.

In particolare nel territorio di Casamicciola, geologicamente conosciuto dagli esperti come zona ad elevata criticità, sia per la natura del terreno che per la possibilità di eventi sismici, la speculazione edilizia ha fatto sì che fossero stati costruiti edifici che in alcuni casi sono stati realizzati con materiali non adatti a prevenire ad esempio proprio i danni sismici, malgrado la zona sia classificata dai sismologo ad alto rischio.

Dalla puntuale e dettagliata analisi  storica dei terremoti avvenuti nel territorio di Ischia, studiata a fondo dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), si contano almeno  15 devastanti fenomeni tellurici avvenuti sull’isola tra il 1228 al 1883. Di questi, nove sono avvenuti nell’800 e ben 12 proprio a Casamicciola. La città secondo le analisi dell’INGV poggia  su un terreno franoso, capace di amplificare terremoti di intensità modesta e basti pensare che la frazione venne totalmente distrutta nell’estate del 1883 da un sisma di magnitudo stimata in 4,3 e classificato per gli effetti nel decimo grado della scala Mercalli e che provocò oltre 2000 morti.

Dal punto di vista idrogeologico, sulle cause dell’ennesimo evento naturale catastrofico che ha colpito Casamicciola, il Docente di Geomorfologia professor Ludovico Brancaccio ha affermato che certamente sono stati inadeguati i provvedimenti sino ad oggi adottati in quel territorio per rafforzare la mitigazione del rischio idrogeologico e che oggi si è particolarmente aggravato per la presenza di fenomeni che dal punto di vista pluviometrico si presentano più di rado, ma con una maggiore concentrazione in un arco temporale molto ristretto,  creando delle vere proprie bombe d’acqua in grado di penetrare profondamente nel terreno e smuovere elementi franosi in un terreno che per sua natura lo è particolarmente.

Il professore ha sottolineato quella che ha definito  un’assurda speculazione urbanistica, in occasione di un’intervista rilasciata a Radio Alfa. Il professore cita, ad esempio, la costruzione di alcune strade in prossimità o in attraversamento degli alvei di corsi d’acqua o la costruzione di case in vallate che si trovano ai piedi di rilievi notoriamente instabili e franosi.

L’esperto chiama in causa anche le Amministrazioni Pubbliche che avrebbero il compito di mettere in sicurezza il territorio utilizzando tutti gli strumenti necessari per ripulire e manutenere i corsi d’acqua,  evitando che si formino ostacoli al regolare deflusso delle acque ed evitando che la furia dei corsi d’acqua in piena, trascinino via ammassi enormi di detriti che possano investire e distruggere le abitazioni e le varie infrastrutture che incontrano una volta esondati i corsi d’acqua.

Compito delle Amministrazioni Pubbliche, ribadisce il professore, è anche quello, ovviamente,  di prevenire e intervenire drasticamente per evitare l’abusivismo edilizio.

Vista la inevitabile lentezza dei soccorsi per l’enorme quantitativo di fango e detriti e per le avverse condizioni meteo, non si ha un bilancio certo delle persone disperse e di quelle eventualmente decedute. Si sa per certo che molte persone sono state travolte dalla colonna di fango. Intanto il Presidente  della Regione Campania De Luca, ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza.

Autore:

Redazione

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it