Gargano: 14 arresti nel settore della miticoltura per disastro ambientale

A conclusione di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia,  svolte dal Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera nell’ambito dell’operazione denominata “Gargano Nostrum”, il GIP del Tribunale daunio ha emanato un’Ordinanza con la quale applica la misura cautelare personaledegli arresti domiciliari nei confronti di 10 indagati per il reato ascritto di “disastro ambientale e  nei confronti altri 4 indagati per il reato ascritto di combustione illecita di rifiuti.

Con la stessa ordinanza viene inoltre disposto il sequestro preventivo di 10 aree demaniali marittime assentite in concessione, per un totale di circa 30 milioni di mq, nonché degli impianti di mitilicoltura ivi presenti, di un’area demaniale marittima occupata abusivamente con un impianto di mitilicoltura e di altre due aree a terra ubicate rispettivamente nei comuni di Lesina e Cagnano Varano, nella disponibilità di soggetti indagati.

L’indagine trae origine dalla riscontrata presenza su spiagge, scogliere, dune e fondali marini di ingentissime quantità di rifiuti plastici (retine tubolari impiegate negli impianti di mitilicoltura, c.d. reste) che hanno determinato una rilevantissima alterazione delle matrici ambientali e degli ecosistemi relativi.

Le investigazioni, svolte in circa 20 mesi dal Nucleo Speciale d’Intervento del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, nel corso delle quali sono state svolte numeroseintercettazioni di comunicazioni e osservazioni sul territorio, alle quali hanno contribuito con due specifiche campagne di immersioni anche gli operatori subacquei della Guardia Costiera, hanno consentito di accertare il nesso di causalità esistente tra le gravi condotte attive ed omissive di taluni operatori della mitilicoltura e il gravissimo stato di alterazione dell’ambiente e di portare alla luce la sistematica elusione di molteplici norme e procedure inerenti alla tracciabilità e alla gestione dei rifiuti prodotti nel ciclo operativo connesso alla coltivazione dei mitili.

Secondo gli esiti delle indagini, dieci delle dodici cooperative che gestiscono gli impianti hanno smaltito illecitamente un’ingente quantitativo di rifiuti prodotti nelle aree assentite in concessione consistenti in non meno di 27 tonnellate di reste dismesse e non meno di 4 mila tonnellate di cozze abbandonate in mare (gusci di mitili morti) ed è stata appurata la quasi totale assenza dei documenti di tracciabilità dei rifiuti, in particolare dei formulari identificativi (F.I.R.).

(Fonte: Ufficio Stampa Comando Generale Guardia Costiera)

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