Potrebbe essere ovviato l’incubo di tifosi, giocatori e portieri per parare i rigori? La fine degli Europei di calcio consegna anche alle cronache l’impiego in ambito professionale di occhiali hi-tech e altre tecnologie per migliorare le prestazioni sportive.
Potrebbero essere degli occhiali hi-tech a prendersi il merito della parata del portiere svizzero Yann Sommer, che ha bloccato il rigore del francese catapultando la sua squadra per la prima volta nei quarti di finale. Poi con la Spagna non è andata altrettanto bene, ma questa è un’altra storia. Intanto, l’arrivo ai quarti è stato comunque una conquista storica, con la parata di un rigore decisivo ai campioni in carica.
Il gesto atletico di Sommer non è stato forse frutto di fortuna o di un guizzo personale, quanto di un metodo di allenamento specifico che comprende l’uso di quelli che a prima vista sembrano semplici occhiali da sole, e che invece sono strumenti hi-tech che aumentano la reattività del cervello e migliorano le prestazioni visive.
Una tecnologia non nuova, già testata sul campo da atleti di molte discipline (soprattutto baseball e football americano) e per la riabilitazione della vista. Questi occhiali, detti “strobe glasses”, producono un effetto simile a quello delle luci stroboscopiche da discoteca. Le lenti si oscurano a intervalli brevi e regolari dando all’atleta una visone “a scatti” che appare rallentata e permette di visualizzare meglio la traiettoria della palla. Con un uso costante si allena il cervello a reagire più rapidamente e con maggiore precisione.