Gypsy Rose: la vera storia che ha ispirato la serie “The Act”

Non solo i seria killer ispirano la creazione di film o serie televisive, anche i fatti di cronaca, quelli più assurdi ed incredibili, possono rivelarsi delle ottimi fonti.  È proprio quello che è successo alla serie Tv The Act, creata da Nick Antosca e Michelle Dean. La serie racconta gli avvenimenti riguardanti l’omicidio di Dee Dee Blanchard e la scomparsa di sua figlia Gypsy Rose. Questa storia ha lasciato senza parole l’America intera.

Oggi abbiamo deciso di raccontare la sua storia, ma ricordatevi: non tutto è come sembra.

Il ritrovamento del cadavere

La sera del 14 giugno 2015, gli uomini dello sceriffo di Greene County, nel Missouri, avvisati da alcuni vicini che avevano letto un inquietante post su Facebook, “That Bitch is dead!”, tradotto “quella stronza è morta“. I Poliziotti fanno irruzione nella casa di Dee Dee Blanchard dove trovarono la donna uccisa nel suo letto. Gli agenti però non trovano la figlia della donna, Gypsy Rose, la quale soffriva di vari disturbi come leucemia, asma, distrofia muscolare insieme a molte altre condizioni croniche. Le era stato anche inserito un tubo per l’alimentazione artificiale. In più la ragazza, di 20 anni, possiede la capacità mentale di un bambino di 7 anni a causa di danni al cervello dovuti alla nascita prematura.

Poiché i farmaci di Gypsy e la sedia a rotelle sulla quale era costretta si trovavano in casa, la Polizia ha pensato ad un rapimento ma, tuttavia, la ragazza fu rintracciata il giorno seguente, nel Wisconsin, in compagnia del fidanzato Nicholas Godejohn, conosciuto online. Quindi la Polizia, pensando che la ragazza fosse tenuta in ostaggio, fanno irruzione nella casa di Nicholas. Ma la ragazza non era stata rapita.

La vera storia di Gypsy Rose

Il 15 giugno 2015, alle ore 10:40, lo sceriffo del Wisconsin interroga Gypsy Rose, ma fin da subito c’è qualcosa che non torna. Gypsy cammina, non è paraplegica e soprattutto non sembra minimamente che abbia un qualsiasi tipo di ritardo mentale.

Dopo qualche ora, dove la ragazza nega ogni suo coinvolgimento nell’ omicidio della madre, crolla e racconta la verità sul rapporto tra lei e la madre.

Fin da quando Gypsy era piccola, la madre raccontava a tutti che la figlia soffriva di una serie di malattie. Impedendole, addirittura, di andare a scuola utilizzando sempre come scusa  la sua salute precaria. L’aveva fatta visitare da vari specialisti, principalmente al Tulane Medical Center e al Children’s Hospital di New Orleans, in cerca di cure per le malattie che Gypsy non aveva. A causa delle parole di Dee Dee, sui disturbi che soffriva la figlia, Gypsy Rose fu sottoposta a diversi interventi chirurgici.

Addirittura Dee Dee rasava la testa della figlia per farla sembrare simile ad chi si sottoponeva alla chemioterapia. Quando non erano a casa, portava sempre con sé la bombola di ossigeno.

Ma non è finita qui, Dee Dee ha fatto addirittura trattare le ghiandole salivari di Gypsy col botox, per poi rimuoverle del tutto, per evitare che sbavasse. Questo ha portato la ragazza a perdere quasi tutti i denti in pochissimo tempo.

Gypsy racconta che Dee Dee le teneva sempre la mano in presenza di altri. Ogni volta che Gypsy diceva qualcosa che poteva far dubitare delle sue malattie o delle sue limitate capacità mentali, la madre le stringeva la mano con violenza. Poi, una volta sole, la picchiava.

Inoltre, la madre sosteneva che il certificato di nascita di sua figlia era andato distrutto a causa dell’uragano Katrina. Grazie a ciò Dee Dee diceva a tutti che la figlia aveva un’età inferiore a quella reale. La cosa più triste è che nemmeno Gypsy sapeva quanti anni aveva realmente, l’ha scoperto dopo l’omicidio della madre.

L’incontro con Nicholas Godejohn

Nel 2012, Gypsy aveva iniziato a chattare, tramite un profilo Facebook segreto, con Nicholas Godejohn, un ragazzo della sua età di Big Bend, Wisconsin. Nicholas aveva precedenti penali per esibizionismo e problemi psichiatrici.

In seguito, Gypsy organizzò un incontro con Godejohn, in cui i due, alla presenza di Dee Dee, dovevano fingere di incontrarsi per la prima volta. Dopo quell’occasione, in cui fecero sesso per la prima volta nel bagno del cinema, i due continuarono a sentirsi su internet. É proprio in quel momento che iniziarono a sviluppare il loro piano per uccidere Dee Dee.

Godejohn tornò a Springfield nel giugno 2015 e si appostò all’interno di casa Blanchard mentre le due donne erano dal medico.

Una volta che furono tornate, mentre la madre stava dormendo, Gypsy aprì la porta a Godejohn, che aggredì a morte Dee Dee nel suo letto con vari colpi di coltello.

Gypsy Rose, nel 2017, ha accettato un patteggiamento che teneva conto degli abusi subiti. Venne condannata a 10 anni di carcere per omicidio di secondo grado. Nicholas è stato condannato all’ergastolo nel novembre 2018.

Sindrome di Münchhausen per procura

In molti si sono domandati cosa poteva spingere una madre a inventarsi malattie inesistenti e sottoporre la propria figlia a quel calvario. È molto semplice: Dee Dee Blanchard soffriva della sindrome di Münchhausen per procura.

La sindrome Münchhausen per procura è un disturbo mentale che affligge genitori o tutori, molto spesso sono le madri a soffrirne. Chi ne soffre è portato ad arrecare un danno fisico ai propri figli, o a qualcuno che si trova sotto le sue cure. Il loro obbiettivo è di far credere che il figlio sia gravemente malato, cosi d‘attirare tutta l’attenzione su di se e sulla sua triste situazione.

Questa sindrome è estremamente pericolosa perché, se non riconosciuta in tempo, il genitore può uccidere il figlio per soddisfare il suo bisogno di attenzione.

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