Happy Halloween: costumi, dolcetti e la solita polemica. Tutti gli anni

Vampiri, zombie, lupi mannari, fantasmi, scheletri e streghe chiamati tutti a raccolta per Halloween, oggi. Anche in Italia ormai da anni ha preso piede questa festa di origine celtica che ricorre il 31 ottobre.

A fronte dei puristi tradizionalisti, di stampo religioso-cattolico, Halloween è un appuntamento da non mancare anche nel Bel Paese. Basta darsi un’occhiata in giro per scoprire come sugli scaffali di ogni supermercato, negozi di articoli vari o attività commerciale siano in vendita ormai da settimane capelli a punta, maschere pelose, occhiali con naso di gomma annesso, dolciumi di ogni genere e secchielli di varia misura e forgia per il più noto “dolcetto o scherzetto”. Certo – nota a margine – questo fino a qualche giorno fa perché, si sa, l’industria lavora d’anticipo e da ieri al posto dei macabri accessori per oggi sono già arrivati Babbo Natale, panettoni, pandori e compagnia cantando.



L’essenza di Halloween è una ricorrenza di origine celtica nata e diffusasi a metà del Cinquecento in Scozia. Da lì gli immigrati la portarono in Nord America dove dagli Anni Trenta in poi la festa prese piede. In questa notte i morti tornano a fare visita ai vivi, dalle tenebre, per questo gli abiti non sono maschere qualunque ma travestimenti speciali di stampo macabro o grottesco.

La leggenda della zucca: un fabbro irlandese sfidò Satana

Di leggende legate ad Halloween ce ne sono svariate, fra cui quella che “spiega” la zucca come elemento centrale di questa festa. È la storia di Jack-o-Lantern fabbro astuto e avaro irlandese. Il Diavolo per ben due volte giunge a chiedergli l’anima, ma Jack con furbizia, attraverso i simboli contrari alla forza diabolica, riesce a fermarlo nel suo intento. Questo fino alla morte quando dopo essere stato cacciato alle porte del Paradiso, Jack scende agli Inferi. Al cospetto del Diavolo in persona mostra il suo disappunto per il posto freddo e buio. Satana lo caccia tirandogli addosso un tizzone ardente. Jack lo schiva con una rapa che portava con sé. Da allora vaga senza tregua alla ricerca di un luogo dove riposarsi. La fiammella di Jack-o-Lantern si può scrutare nel buio della notte di Halloween.

Anche “dolcetto o scherzetto?” ha le sue origini, ben antiche. Addirittura si parla di una tradizione medievale per la vigilia di Ogni Santi. Le persone indigenti potevano sfruttare questa occasione vagando per le città e bussando alle porte dei più abbienti. Chiedevano cibo e in cambio avrebbero pregato per la pace dei cari estinti della famiglia che si dimostrava solidale in quel momento, con quell’atto. Anche questa tradizione si trova nello storico di Gran Bretagna e Irlanda, ma ve ne sono tracce anche nel Sud Italia.

Fra gli elementi di Halloween, anno dopo anno, c’è anche la polemica annessa. Tuttavia, la festa è storica, i simboli affondano nel tempo, la tradizione si è diffusa quasi da un secolo, in Nord America, e ormai da più di un decennio in Italia. È una festa del consumo, dello spreco, degli acquisti a tutti i costi? Si. Non lo sono forse il Natale, la Pasqua, la Festa della donna, della mamma, del papà o la più recente – e tenerissima – dei nonni? È normale che il mercato va dove il mercato trova acquirenti.

La polemica non sia una stupida trincea, però. Si può festeggiare riciclando, creando insieme, senza spendere, magari facendo due passi all’aperto con i propri bambini, facendoli incontrare o bussando finalmente alla porta del nostro vicino per dare un sorriso e condividere un dolcetto. L’alternativa c’è: sempre. E poi – a rischio di sembrare banale – il nostro Paese ha ben altri problemi: ben altri mostri di cui fermare l’avanzata. Buon halloween!

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