Tra le numerose voci che si sono recentemente levate nel drammatico contesto, innescato dal conflitto russo ucraino, caratterizzato da emergenze energetiche ed economiche e aggravato dai fenomeni di cambiamento climatico, va ricordata quella del Direttore Generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, intervenuto nella prima parte del mese di giugno a Venezia ad un incontro promosso dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice.
Nella Relazione, dal titolo eloquente “Scelte per lo sviluppo sostenibile tra emergenza e transizione”, Signorini si sofferma sull’analisi dei 4 obiettivi, indispensabili per uno sviluppo economico – sociale ordinato e virtuoso: sicurezza energetica, mitigazione degli effetti delle crisi, stabilità monetaria e transizione climatica”.
Obiettivi, che da un lato presuppongono una crescente consapevolezza individuale e appropriati comportamenti dei singoli cittadini; dall’altro, accanto a scelte individuali fondamentali così orientate, debbono vedere accompagnarsi scelte collettive supportate da efficaci strumenti collettivi.
Come ha ricordato il Direttore Generale della Banca d’Italia, sono due le strade per attivare questo meccanismo di coerente trasformazione delle scelte individuali in collettive : quella politica e l’altra economica .
Soffermandosi per ovvii motivi di competenza sulla seconda, in un ambito convegnistico chiaramente influenzato dal messaggio sociale contenuto nell’enciclica pontificia Centesimus Annus, va sottolineato un passaggio cruciale della sua Relazione, legato alla valorizzazione del mercato. Un fattore, spesso idolatrato, in alcuni casi, addirittura, visto e interpretato come potenziale elemento di prevaricazione.
In realtà, pur con tutti i suoi limiti, accogliendo anche le indicazioni contenute nell’enciclica Centesimus Annus, il mercato deve essere utilizzato in funzione strumentale, in quanto “rappresenta un sistema, il meno imperfetto che si sia finora inventato, per allocare le risorse sulla base delle preferenze degli individui, nonché delle regole e degli incentivi stabiliti dallo Stato”.
Ecco, perché, secondo Signorini, come in passato il ricorso all’economia di mercato ha generalmente consentito il miglioramento delle condizioni di vita nei Paesi emergenti, così, ora, il mercato può essere considerato da politiche lungimiranti un alleato prezioso e non un avversario da sconfiggere, lungo il percorso sfidante che porta al conseguimento degli obiettivi prima ricordati per un’economia virtuosamente sostenibile. Un messaggio di fiducia, in definitiva, da non sottovalutare!