Il Capo dello Stato: ”sulla parità uomini-donne c’è ancora molta strada da fare”

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in un intervento che sarà trasmesso nell’ambito della puntata speciale del programma “La Banda dei Fuoriclasse”, che andrà in onda su Rai Gulp il 2 giugno, si è soffermato sulla  questione della parità dei diritti : “La parità di diritti, tra donne e uomini, nelle leggi italiane, è piena ed è stata raggiunta da molti anni, in base alla Costituzione. Non è invece ancora così, per la sua, concreta, realizzazione”, avverte il Presidente della Repubblica. “Sono necessari altri interventi ;per esempio strumenti, adeguati, per la conciliazione tra lavoro e vita familiare. C’è ancora strada, molta strada, da fare“.

Dal 1948 tanti passi in avanti

Rispondendo alla domanda di Elena una giovanissima di  11 anni, che gli chiede se la sua generazione raggiungerà una vera parità delle donne nella vita e nel lavoro, il Presidente sottolinea ,“Dal 1948 a oggi  si sono fatti, nel corso degli anni, tanti passi in avanti. Pensiamo all’ingresso, delle donne, nella Magistratura, nelle Forze Armate, nei Corpi di polizia.

Ma per raggiungere una effettiva parità – spiega il Capo dello Stato – dobbiamo rimuovere quegli ostacoli, che rendono tuttora difficile alle donne lavorare, raggiungere le posizioni più importanti, partecipare, in egual misura, alla vita delle Istituzioni.

“Le Istituzioni ,in fondo,siamo noi stessi”

Sottolinea,inoltre, la necessità della partecipazione dei cittadini alla vita dello Stato “dobbiamo partecipare, essere protagonisti degli eventi, del cambiamento. Sarebbe sbagliato ignorare, o sottovalutare i tanti progressi che abbiamo fatto nella vita della Repubblica 

Ricorda quindi che «nel gennaio, del 1961, un giovane Presidente degli Stati Uniti, appena eletto, John Kennedy, pronunziò parole di grande significato: “Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te. Chiediti, cosa puoi fare tu per il tuo Paese”.

Vorrei aggiungere: è, assolutamente, giusto che, ciascuno, chieda che le Istituzioni si preoccupino della sua condizione, ma è anche bene ricordare che le Istituzioni, in fondo, siamo noi stessi».

 

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