Il caso dell’inquinamento batterico della costa romagnola

Nonostante in diversi tratti della Riviera romagnola permanga il divieto di balneazione per i valori oltre i limiti di escherichia coli rilevati da Arpae martedì scorso in 28 tratti, scesi a 22 dopo le verifiche di mercoledì, i bagnanti sembrano incuranti dei dati forniti dalle Autorità e continuano imperterriti a concedersi lunghi bagni per sfuggire alla calura.

Rimini, in realtà, era abituata ai divieti di balneazione per il rischio batterico prima della recente riqualificazione delle fogne. Anche in quel caso, dopo le piogge e la conseguente apertura degli sfioratori a mare, centinaia e centinaia di bagnanti non curanti della bandiera rossa si tuffavano in acqua.

Molti operatori turistici, minimizzano le notizie apparse nei giorni scorsi sugli organi di stampa, perché sono  preoccupati che le notizie diffuse possano ovviamente creare difficoltà alla frequentazione dei luoghi costieri di vacanza, e parlano di dannoso terrorismo mediatico.

I campionamenti delle acque  in corso, hanno già dato qualche responso positivo, tanto che 6 zone di mare, nell’area di Rimini, Cervia e Bellaria-Igea Marina sono rientrate nei limiti normativi.

Inoltre, il Comune di Rimini, ha messo a disposizione le proprie analisi che non rivelerebbero alcun superamento dei limiti di legge e quindi la balneazione è consentita.

(Foto di Pixabay)

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