Il disastro di Chernobyl, 36 anni fa

Pochi nomi contengono un destino come Chernobyl: in ucraino, letteralmente, l’ “erba nera”.

Era l’1,23 e 45 secondi del 26 aprile del 1986,  quando l’unità 4 della centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina,  per errori di procedura nel corso di un test di sicurezza , esplose liberando una nube 400 volte più radioattiva di quella che aveva cancellato la vita a Hiroshima .

Dal reattore fuoriuscirono circa cinque tonnellate di materiale radioattivo. A darne notizia  non furono le autorità dell’Urss, ma i satelliti-spia americani che fotografarono una strana nube salire da Chernobyl.

La nube radioattiva si spande in Europa

Il boato si sentì anche nella vicina città di Prypjat, dove alloggiavano la maggior parte dei lavoratori dell’impianto. Ai cittadini non venne data alcuna informazione e per quasi due giorni la loro vita proseguì come se nulla fosse accaduto. L’evacuazione iniziò solamente il pomeriggio del 27 aprile, causando gravi ripercussione sulla salute degli abitanti, soprattutto dei bambini.

Le polveri radioattive intanto si sprigionavano nell’aria. Prima in Ucraina, poi in Bielorussia e in Russia. La nube nucleare colpisce ,quindi, i russi, i bielorussi e gli ucraini, poi tocca alla Scandinavia, all’Olanda, al Belgio, alla Gran Bretagna, poi  vira sull’Europa dell’Est, sui Balcani, sul Mediterraneo settentrionale, colpisce l’Austria, la Svizzera e la Baviera;in pochi giorni l’intera Europa viene sconvolta da una paura fino quel momento sconosciuta.

Nel 2014, quasi trentanni dopo l’esplosione, in Svezia come al confine tra Italia e Slovenia sono stati trovati cinghiali, cervi, renne con concentrazioni di radioattività fino a dieci volte la norma.

Dopo l’incidente i liquidatori ,coloro cioè che lavorarono a Chernobyl nei mesi successivi al disastro e che contarono una percentuale spaventosa di morti, sotterrarono – in buche profonde pochi metri e senza alcun isolante – interi villaggi: il primo strato di terra, intere case, automobili, animali da allevamento e da compagnia. Ma tutto questo materiale altamente radioattivo è ancora lì, nascosto ma ancora letale. E rimarrà lì per sempre perché nessuno sa dove siano oggi questi cimiteri nucleari.

L’effetto di Chernobyl in Italia

Le prime reazioni delle fonti ufficiali tesero a minimizzare il possibile impatto della nube radioattiva sul territorio italiano. Nei giorni successivi le autorità vietarono ,però ,il consumo degli alimenti più a rischio, come latte e ortaggi freschi. In Italia la nube ci sovrastò per quattro giorni, dal 30 aprile al 3 maggio.A Roma il 10 maggio  una grande manifestazione popolare a cui parteciparono più di 200.000 persone ,segnò il primo passo verso il referendum che l’anno successivo portò all’abbandono dell’energia nucleare in Italia.

L’esito del referendum segna la fine del programma nucleare dell’Italia, che, per circa un decennio, in pieno boom economico, si era trovata all’avanguardia del nuovo settore tanto da diventare, a metà degli anni ’60, il terzo produttore al mondo di energia elettronucleare.

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