Il Mediterraneo e la sua storia attraverso gli occhi del fotografo Josef Koudelka

La mostra “Radici. Evidenza della storia, enigma della bellezza”, in mostra al Museo dell’Ara Pacis dal 2 febbraio  fino al 16 maggio 2021 è un viaggio lungo trent’anni che ha portato il fotografo ceco, naturalizzato francese, Josef Koudelka, tra le rovine del mondo antico per guardare a un enigma senza tempo come la presenza dell’uomo sulla terra.

Un viaggio in 19 Paesi che si affacciano sul mare nostrum per raccontarne le storie di intrecci, connessioni ed eredità attraverso l’archeologia.

Le foto di Josef Koudelka

Non un semplice lavoro di illustrazione e documentazione, ma una scelta precisa di dare respiro a chi che resta delle antiche civiltà del Mediterraneo. Trovando un nuovo significato ad un mondo che rischiamo di perdere.

Sono oltre cento le foto panoramiche esposte nell’unica tappa italiana di un’esposizione che ha già conquistato Parigi presso la Biblioteca nazionale. Aperta con un’inaugurazione nel mese di settembre 2020, alternando aperture e chiusure imposte dalla pandemia. Qui a Roma arriva puntuale con il passaggio del Lazio in zona gialla e la conseguente riapertura dei Musei.

La mostra allestita all’Ara Pacis

L’allestimento al Museo dell’Ara Pacis, curato da Contrasto con Zetema, Accademia di Francia e Centro Ceco, mette in dialogo le stampe di grande formato delle foto panoramiche con uno dei monumenti più significativi della prima età imperiale.

Gli straordinari scatti in bianco e nero presentati in mostra sono realizzati dal fotografo ceco tra Siria, Grecia, Turchia, Libano, Cipro (Nord e Sud), Israele, Giordania, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Portogallo, Spagna, Francia, Albania, Croazia e naturalmente Italia.

Essi accompagnano il visitatore in una inedita e personalissima riflessione sull’antico, sul paesaggio, sulla bellezza che “suscita e nutre il pensiero”.

I panorami, ricchi di anima e fascino, caratterizzati da prospettive instabili, inaspettate, ambivalenti, ben rappresentano il lessico visuale e la cifra stilistica propri di Koudelka.  Rifuggendo la semplice illustrazione e documentazione delle rovine, sceglie di dare respiro a ciò che resta delle vestigia delle antiche civiltà del Mediterraneo. E le rappresentano in un’eterna tensione tra ciò che è visibile e ciò che resta nascosto, tra enigma ed evidenza.

Allestita nella splendida cornice dell’Ara Pacis, a contatto diretto con le testimonianze monumentali della grande storia di Roma.
La retrospettiva Radici vuol essere un eccezionale viaggio nell’opera di uno degli ultimi grandi maestri della fotografia moderna. Si è dedicato alla ricerca della bellezza caotica delle rovine e del paesaggio antico, trasformati dal tempo, dalla natura, dall’uomo.

Le fotografie di Koudelka acquistano così, in questa speciale occasione, il valore unico, forte, di immagini memorabili, in un rapporto intenso di rimandi e di echi di una memoria che a Roma più che altrove diventa presente.

Chi è l’autore

Classe 1938, Josef Koudelka comunica ragazzo a scattare con un apparecchio di bakelite. Questo per diventare un big dell’Agenzia Magnum grazie alle foto della primavera di Praga del 1968, pubblicate sul “Sunday Times” con le iniziali P.P. (Prague Photographer) per scampare alle ritorsioni del regime.

Un nuovo percorso professionale ed esistenziale lo porta, da un lato a collezionare tutti i più prestigiosi premi internazionali, dall’altro a vivere in esilio lontano dalla Cecoslovacchia e come nomade per una buona parte dell’anno, attraversando a piedi e con mezzi di fortuna l’Europa.

Per il progetto “Radici”, al quale ha lavorato tra il 1991 e il 2019, lo spazio percorso tocca oltre duecento siti archeologici in tredici Paesi del Mediterraneo. Lo scopo è ritrarre, con prospettive inaspettate, le vestigia del mondo greco-romano, “radice” comune di ogni europeo.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it