Il Ripetta di Roma sceglie la libertà di essere. Sul registro da oggi “alias di genere”

Per molti ancora non è chiaro quando si parla di persona transgender. Soprattutto non è chiaro quali siano i pronomi personali da utilizzare con una persona transgender. E per tanti non è ancora chiaro il perché è importante per le persone trans essere chiamat* con il nome da loro scelto; ma non per il Ripetta.

La scuola ha deciso di insegnarlo anche con un gesto molto semplice. Il liceo Ripetta di Roma, liceo artistico, ha introdotto nel proprio registro di classe la possibilità alle studentesse e agli studenti transgender di indicare il nome scelto per la transizione e non quello con cui si è iscritti all’anagrafe.

Michele Sicca, portavoce della Rete degli Studenti Medi del Lazio, ha dichiarato: “Ogni persona in transizione di genere deve sentirsi libera di esprimere sé stessa; essere riconosciuta per la propria identità e con il nome che ha scelto, soprattutto all’interno dell’ambiente scolastico. Siamo ragazze e ragazzi dai 14 ai 18 anni. Abbiamo raccolto le testimonianze di chi ha avuto difficoltà con i propri docenti; pur riconoscendo il loro percorso di transizione e le difficoltà che questo comporta, si rifiutavano di riconoscerli col nome che avevano scelto. Queste difficoltà, se non risolte, possono portare anche all’abbandono scolastico“.

Il regolamento prevede che un ragazzo o una ragazza in transizione di genere possa, dopo una richiesta scritta, essere chiamato da professori e studenti e inserito nella documentazione ufficiale del registro elettronico, libretto delle giustificazioni e i quadri fino al diploma, con il nome che si è scelto, anche se è diverso da quello anagrafico. Un primo passo al quale dovrebbero poi seguire altri come bagni dedicati o percorsi con gli psicologici per gestire al meglio le diversità all’interno delle scuole.

La parola agli esperti per la decisione del Ripetta

Sulla notizia si è espressa anche Maddalena Mosconi, psicologa e psicoterapeuta responsabile Area Minori Servizio per l’adeguamento tra identità fisica e identità psichica (Saifip) del San Camillo di Roma. “A Roma seguo molti casi di disforia sessuale, molti già in età di scuola elementare: erano una ventina nel 2019 ora superiamo i 50. Abbiamo chiesto alle scuole di affiancare il processo di cambiamento, anche perché la terapia ormonale inizia tra i 13 e i 14 anni. In quest’ottica sentirsi chiamare con il nome che si è scelto, è un aiuto molto importante. Tra i ragazzi transgender l’abbandono della scuola è in numero triplo rispetto ai loro coetanei, anche per le aggressioni che subiscono

Il Ripetta è uno dei quattro istituti a livello nazionale ad avere firmato e applicato il Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera Alias per studenti e studentesse in transizione di genere. “Abbiamo sottoscritto il regolamento anche dopo le sollecitazioni che abbiamo avuto in questa direzione dalle Asl. Ma non soltanto per questo il consiglio ha ritenuto opportuno adottare questo atto che preserva l’identità anagrafica su tutta la documentazione scolastica. Al Ripetta quella che altrove sono diversità, da noi sono la normalità. È giusto accompagnare e aiutare questi ragazzi e queste ragazze che iniziano un percorso molto complesso” ha spiegato la Dirigente Scolastica Anna De Santis.

Un primo enorme passo avanti; non solo per gli studenti, ma anche per le famiglie che potranno iniziare a capire un pò di più di un argomento ancora troppo poco affrontato

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