L’emergenza climatica e le problematiche legate alla pandemia stanno innescando numerosi mutamenti nel mondo dell’agricoltura rendendo indispensabile riconfigurare il settore attraverso la tecnologia, l’innovazione, la digitalizzazione e la ricerca scientifica. Con l’intensificarsi dei mutamenti climatici e l’emergere di nuove tecniche agricole in ambienti ostili, importante diviene ridurre la quantità di risorse utilizzate, attraverso una migliore progettazione di ambienti chiusi per l’agricoltura e un miglioramento dell’impiego dei mezzi tecnici, dai fertilizzanti, ai substrati di coltivazione, alla sensoristica e al controllo del clima all’interno dell’ambiente di coltivazione, all’illuminazione con luci LED, fino all’uso di insetti antagonisti. Un approccio che nei prossimi anni contribuirà a sviluppare innovativi processi produttivi per le aziende agricole. Un evento organizzato dalla Società Ortoflorofrutticoltura Italiana pone l’attenzione sulla cooperazione scientifica, tecnica, lo scambio di idee e di conoscenze tra il mondo della ricerca scientifica, gli imprenditori ed i professionisti per poter avviare concretamente nuove dinamiche innovative per l’agricoltura, migliorando i processi interni delle aziende agricole.
L’obiettivo è quello di rispondere all’esigenza di implementare il livello tecnologico attraverso la realizzazione e la commercializzazioni di serre high-tech, integrate di tecnologie sensoristiche e domotiche, controllate tramite un approccio definito come Information and communication technology, consentendo uno sviluppo agronomico controllato delle colture, supportate da tecnologie innovative per stimolare la crescita e lo sviluppo delle piante, aumentando l’efficienza dell’uso degli agrochimici e riducendone il loro utilizzo. L’innovazione dei processi aziendali e l’implementazione di tali dinamiche attraverso serre, apparecchiature tecnologiche e sistemi satellitari consente di sviluppare un ambiente multifunzionale, dotato di sensori e sistemi di monitoraggio che permetteranno di acquisire dati e informazioni che un server informatico può analizzare, monitorare ad elaborare per poter eseguire efficaci controlli attivi, ottimizzando la gestione delle colture e fornendo un utile strumento di supporto alle decisioni degli imprenditori agricoli. Numerose organizzazioni e associazioni stanno elaborando strategie economiche e sociali per comprendere come utilizzare l’innovazione dell’agrifood e l’agricoltura 4.0 per sviluppare progetti sostenibili nei Paesi in via di sviluppo, in zone desertiche e in ambienti ostili. Grazie alle innovazioni tecnologiche, l’agricoltura del futuro sarà sempre più a portata di mano, anche se si tratta di coltivare in mezzo al deserto o nel cuore delle metropoli urbane. Tematiche che Gi.&Me. Association, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, affronta da tempo attraverso la programmazione di progetti innovativi e la diffusione di una comunicazione ad hoc su “agrifood e innovation”. Nel corso degli ultimi anni, Martinelli ha canalizzato l’attenzione sullo sviluppo di modelli di agricoltura di precisione, tracciabilità dei prodotti, vertical farming (installabili in luoghi finora esclusi dalle tradizionali superfici di coltivazione) e le serre idroponiche. La serra idroponica grazie alla sua tecnologia riesce a sfruttare ogni singola goccia d’acqua divenendo ideale per fronteggiare una eventuale siccità dovuta ai cambiamenti climatici ma anche temperature sotto lo zero. Un approccio che dal punto di vista ingegneristico ed idraulico parte da una consapevolezza: l’ottimizzazione delle risorse idriche.
La tematica dell’accesso e il controllo delle risorse idriche rappresenterà un focus politico cruciale nel prossimo futuro, in un contesto geopolitico che vede la popolazione mondiale aumentare, il consumo di cibo sempre più diffuso e la perdita continua di biodiversità. La visione degli innovatori del food è quella di imparare a produrre di più utilizzando meno risorse, preparando le nostre vite, le nostre colture e il nostro stile alimentare a condizioni avverse, ai cambiamenti climatici, all’aumento della desertificazione e all’agricoltura nei tessuti urbani e lungo il perimetro delle grandi metropoli.