Intelligence italiana: “arma nucleare da Russia improbabile al momento”

L’intelligence italiana, nella Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, evidenzia che:  “la minaccia dell’uso dell’arma nucleare da parte della Russia valutata improbabile al momento“. 

Secondo quanto si legge nel report della nostra intelligence, il conflitto in Ucraina: “avviato dalla Federazione Russa il 24 febbraio 2022, ha contemporaneamente: sconvolto gli equilibri di sicurezza, riportando la guerra sul Continente europeo; evidenziato il fallimento degli obiettivi strategici prefissati dalla Russia (tra cui il cambio di governo a Kiev e l’acquisizione di territori di interesse strategico), che Mosca aveva ritenuto di agevole e veloce realizzabilità; indotto l’Occidente a riflettere sull’efficacia e la consistenza effettiva dello strumento militare russo, alla luce dell’andamento delle operazioni in Ucraina, e sui rischi escalatori connessi alla prosecuzione del conflitto. In particolare, i fallimenti strategici di Putin appaiono ascrivibili a deficit interpretativi dello scenario ucraino, alla sottovalutazione della portata, rapidità e coesione della risposta occidentale all’invasione in Ucraina e alla sottostima della tenacia del popolo e delle Forze di Kiev“. Inoltre viene si sottolinea:  “Si valuta che il Presidente Putin sia stato indotto ad agire dal suo convincimento che le Forze Armate russe fossero capaci di conseguire, in pochi giorni, la vittoria militare, evitando dunque il sovrapporsi di pacchetti sanzionatori da parte dei Paesi occidentali (come invece avvenuto)”.

Secondo l’intelligence italiana, l’aggressione militare perpetrata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina ha rappresentato: “un tornante della storia che ha inciso in profondità anche sull’operare quotidiano degli Organismi informativi, evidenziando, nei suoi plurimi impatti sulla sicurezza dell’Italia, una sempre più stretta osmosi fra le dimensioni internazionale e interna della minaccia. Mentre la nozione stessa di “ordine mondiale” è stata messa radicalmente in discussione, al contempo l’ampio novero di ricadute geopolitiche e geoeconomiche del conflitto ha inciso su tutte le declinazioni della nostra sicurezza”.

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