Iraq – Papa Francesco, il ricordo delle vittime nell’attentato del 2010

Iraq – Ad accogliere Papa Francesco al suo arrivo presso la Cattedrale siro-cattolica di “Nostra Signora della Salvezza”, nel quartiere Karrada di Baghdad, c’è un gruppo di dodici disabili. I presenti, gli regalano una collana di fiori e gli danno il benvenuto con parole in italiano. Un pensiero che il Papa ha accolto sorridendo con una benedizione.

Dopo aver attraversato la navata, ricostruita dopo l’attacco del 2010, il Papa si rivolge a tutti coloro che sono presenti. Inizierà proprio qui il suo ricordo, quando 5 uomini armati fecero irruzione mentre si celebrava la Messa. I primi a morire furono i due sacerdoti, padre Thaer Abdal e padre Wassim Kas Boutros, insieme ad altre 46 persone. 

Possa il ricordo del loro sacrificio ispirarci a rinnovare la nostra fiducia nella forza della Croce e del suo messaggio salvifico di perdono, riconciliazione e rinascita. Il cristiano infatti è chiamato a testimoniare l’amore di Cristo ovunque e in ogni tempo. Questo è il Vangelo da proclamare e incarnare anche in questo amato Paese”.

La sua parola, ora è rivolta nei confronti della pandemia che sta distruggendo il mondo e uccide migliaia di persone: “Il Signore ci ha dato un vaccino efficace contro questo brutto virus: è la speranza che nasce dalla preghiera perseverante e dalla fedeltà quotidiana al nostro apostolato. Con questo vaccino possiamo andare avanti con energia sempre nuova, per condividere la gioia del Vangelo, come discepoli missionari e segni viventi della presenza del Regno di Dio, Regno di santità, di giustizia e di pace”.

L’Iraq, è un Paese sconvolto dalla guerra, con conflitti che vive ormai da decenni e che nel corso di questi anni, la sua popolazione è costretta a vivere nella paura e nell’incertezza: “Vi ringrazio, fratelli vescovi e sacerdoti, di essere rimasti vicini al vostro popolo, sostenendolo, sforzandovi di soddisfare i bisogni della gente e aiutando ciascuno a fare la sua parte al servizio del bene comune”.

La diversità, dichiara il Papa, non deve esistere e nonostante le moltissime Chiese presenti in Iraq, tutti quanti devono unirsi in una “comunione universale”. Aggiunge il Papa: “A volte possono sorgere incomprensioni e possiamo sperimentare delle tensioni: sono i nodi che ostacolano la tessitura della fraternità”.

Prima di concludere il suo discorso, Papa Francesco parla ai giovani, ricchezza del Paese, ma anche degli anziani. “Benché giovani,  la loro pazienza è già stata messa duramente alla prova dai conflitti di questi anni. Ma ricordiamoci, loro – insieme agli anziani – sono la punta di diamante del Paese, i frutti più saporiti dell’albero: sta a noi coltivarli nel bene e irrigarli di speranza”.

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