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Israele, Herzog: “subito negoziati su riforma giustizia”

Avviare un immediato processo negoziale” sotto gli auspici della presidenza per raggiungere un accordo di compromesso sulla riforma della giustizia, dopo le proteste e il caos in Israele e la decisione del Premier Benjamin Netanyahu di sospendere la riforma fino alla prossima sessione parlamentare, a inizio maggio. È quello che nelle ultime ore il Presidente israeliano Isaac Herzog ha chiesto in colloqui telefonici con il Premier Benjamin Netanyahu e i leader dell’opposizione Yair Lapid e Benny Gantz. Il Presidente, ha fatto sapere l’ufficio di Herzog come scrive il Times of Israel, ha chiesto la creazione di team per i negoziati in modo che possano iniziare i colloqui.

Gantz ha presto annunciato la scelta dei parlamentari Gideon Sa’ar (ex Ministro della Giustizia), Chili Tropper e Orit Farkash-Hacohen insieme al giurista Ronen Aviani. E stamani è arrivato anche l’annuncio di Lapid, che ha indicato i parlamentari Orna Barbivai e Karin Elharrar, l’ex Direttore generale dell’ufficio del Premier Naama Schultz e il giurista Oded Gazit.

Nel team di negoziatori del Governo, si legge sul Jerusalem Post, ci sono il Ministro per gli Affari strategici, Ron Dermer, il Capo di gabinetto Yossi Fuchs e il numero uno del dipartimento legale al Kohelet Forum, Aviad Bakshi. Secondo Maariv, i negoziati dovrebbero iniziare presto, forse già oggi. Si terranno nella residenza di Herzog.

“Queste accuse sono completamente false ed è dimostrabile”. Ha risposto così il portavoce aggiunto del Dipartimento di Stato USA, Vedant Patel, a una domanda sulle accuse agli Usa di aver in qualche modo sostenuto le proteste contro il governo israeliano di Benjamin Netanyahu. “Il Movement for Quality Government è una ong e ha ricevuto un contributo modesto dal Dipartimento di Stato attivato durante la precedente Amministrazione” e fino al “settembre 2022, prima delle ultime elezioni israeliane”, ha spiegato, parlando di finanziamenti per un programma d’istruzione per le scuole di Gerusalemme.


“Il Dipartimento – ha evidenziato Patel – sostiene un’ampia gamma di programmi da parte di attori della società civile nel mondo sul rafforzamento della consapevolezza sui diritti umani e i valori democratici. Ma qualsiasi teoria secondo cui stiamo appoggiando o sostenendo queste proteste o i promotori è completamente ed evidentemente falsa”.

(foto di Pixabay)

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Redazione

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