ITA, decollo difficile: è scontro con i Sindacati

Il 15 ottobre Alitalia smetterà di volare, ma il secondo Governo  Conte aveva a suo tempo deciso di non lasciare il paese senza una propria Compagnia aerea.

Nacque  così il progetto Ita, acronimo che sta per Italia Trasporto Aereo e per dare vita  ad una nuova Compagnia di bandiera a cui l’Unione  Europea ha imposto paletti molto stringenti per permettere alla nuova compagnia di volare.

Oggi, la  nuova Compagnia è controllata dal Ministero dell’Economia, con dimensioni molto  ridotte rispetto all’Alitalia, sia per numero di voli che soprattutto per numero di dipendenti. Questo aspetto, insieme alla discontinuità imposta dalla UE come requisito perché ITA potesse cominciare a volare, ovvero non avere alcuna caratteristica aziendale che possa farla diventare una copia della vecchia Alitalia.

Questi requisiti,  rigorosamente  richiesti dalla Commissione Europea, hanno causato uno stato di agitazione sindacale per la paura di  un numero enorme di esuberi.

Per quanto riguarda il personale di volo, ITA è intenzionata ad assumere 1.550 persone, dove Alitalia ne lascerà senza lavoro circa 4.500. Si rischiano quindi 3.000 esuberi solo in questo settore e il numero potrebbe anche essere più alto.

Proprio in nome della discontinuità ITA  sta cercando nuovo personale direttamente sul mercato del lavoro, quindi gli ex dipendenti Alitalia non hanno alcuna garanzia di ottenere un posto nella nuova compagnia.

Per quanto riguarda il personale addetto ai settori degli uffici e funzioni centrali non dovrebbero esserci troppi esuberi, dato che il personale non è così numeroso e in questo caso Ita potrebbe assorbirlo. Il problema sta invece nei settori di handling e manutenzione. Queste due parti dei Alitalia saranno vendute separatamente, e il destino dei dipendenti impiegati è ancora da chiarire.

C’è poi la questione degli stipendi perché un pilota di ITA  con 24 anni di esperienza percepirebbe uno stipendio lordo di 114.000 euro l’anno, inferiore anche a quello di un pilota Rayanair con solo sette anni in volo. I sindacati affermano  che la retribuzione media nella nuova Compagnia  potrebbe aggirarsi,  invece, attorno ai 35.000 euro lordi l’anno.

Queste cifre riguarderebbero soprattutto il personale di volo. Per quanto riguarda i dipendenti che si occupano invece dei servizi di terra, lo stipendio avrebbe rimanere all’incirca invariato rispetto al passato, attorno ai 34.800 euro annui lordi di media. 

La tensione è salita negli ultimi giorni e a un mese circa dall’esordio il futuro di ITA  è ancora molto incerto.

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Redazione

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