La Camera dei Deputati ha approvato il Ddl lavoro con 158 voti favorevoli, 121 contrari e 2 astenuti. Il provvedimento passa al Senato per il via libera definitivo. Tra gli ambiti degli interventi del Ddl lavoro ci sono i contratti di somministrazione e i licenziamenti.
Non sono mancati ovviamente i duri commenti in Aula da parte delle forze di opposizione secondo le quali il provvedimento aumenterebbe la precarietà.
Elly Schlein in Aula alla Camera, nelle dichiarazioni di voto sul ddl Lavoro, afferma rivolgendosi al Governo – “Ogni provvedimento che fate lo pagano i lavoratori e le lavoratrici e le loro famiglie. Nel fisco con la selva di condoni che avete messo in campo con le pacche sulle spalle ai furbi a scapito degli onesti. Nell’ambiente dove, da negazionisti del cambiamento climatico quali siete, il tema della difesa del territorio viene considerato un problema delle prossime generazioni. Nel lavoro dove già un anno fa avete allargato a dismisura l’abuso dei voucher” aumentando la precarizzazione”.
Tra le misure più discusse c’è l’allargamento di fatto delle maglie delle disposizioni in tema di licenziamenti rispetto a quanto stabilito dal Jobs Act del Governo Renzi.
In particolare, l’articolo 19 prevede la risoluzione del rapporto di lavoro imputabile alla volontà del lavoratore, ovvero le cosiddette dimissioni volontarie, nei casi in cui un’assenza ingiustificata si protragga oltre il termine previsto dal contratto collettivo o, in mancanza di previsioni contrattuali, per un periodo superiore a quindici giorni.
La maggioranza di Governo ritiene che sia una maniera per impedire che i lavoratori, sfruttando la leva delle assenze ingiustificate, inducano i datori al licenziamento per poi accedere opportunisticamente alla Naspi.
Secondo i Partiti di opposizione con queste modalità si consentono le cosiddette “dimissioni in bianco“.