Le potenzialità della Dieta Mediterranea, la qualità e la storia dei prodotti legati a tale comunità rappresentano uno stile di vita sano ed equilibrato fondato sul rispetto del territorio e della biodiversità. Un patrimonio riconosciuto come tale dall’UNESCO che nella storia, tradizione e valorizzazione delle comunità emblema del Mediterraneo ha riconosciuto alcune eccellenze “simbolo” ubicate in Italia, Grecia, Portogallo, Spagna, Croazia, Cipro e Marocco. La Dieta Mediterranea rappresenta tutte quelle pratiche condivise che riguardano non solo un certo tipo di alimentazione, ma anche la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali, dei riti, delle tecniche e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura delle comunità citate. Comprendere tale patrimonio vuol dire analizzare a fondo alcune realtà che sono divenute “simbolo” di processi culturali, sociali e agroalimentari del Mediterraneo. In Italia, ritroviamo i comuni costieri del Parco Nazionale del Cilento con le realtà di Pioppi, Acciaroli, Pollica, San Mauro, Castellabate, Agnone e Velia dove il regime alimentare tradizionale è legato al consumo di frutta, verdura, olio extravergine d’oliva, legumi, pesce, pasta e aria pulita. D’altronde, come sostenuto dal Future Food Institute, il Cilento ospita un polo sperimentale di formazione sul tema della Dieta Mediterranea, un territorio perfetto da dove ripartire, recuperare il valore relazionale dell’esistenza e favorire così una rigenerazione ecologica integrale, che interessi tutti gli ambiti del sapere, dall’educazione alla socialità e fino al consumo del cibo. Un’altra realtà meritevole di attenzione è quella di Cipro, con Agros, un villaggio di meno di mille abitanti, situato nel cuore dell’isola, circondato da vigneti, alberi di mandorle, noci e nocciole e ricco di prodotti tipici della Dieta Mediterranea che sono alla base dell’alimentazione dei suoi abitanti: salsicce, carne di agnello, di pecora e confetture di frutta. I ciprioti che vivono nelle zone rurali sono soliti autoprodurre la quasi totalità degli alimenti che arrivano sulle loro tavole come ceci, fagioli, fichi, erbette e datteri, divenendo emblema del patrimonio del Mediterraneo. Anche la Croazia, con le due isole della Dalmazia centrale, costituisce una comunità emblematica della Dieta Mediterranea. Brač e Hvar sono entrate a far parte della lista dell’UNESCO delle comunità emblematiche della Dieta Mediterranea nel 2013 grazie all’equilibrato e sostenibile consumo di pesce fresco, frutti di mare, verdure, vino e frutta. Invece, il Marocco con la cittadina di Chefchaouen, ricca di prodotti tipici eccellenti come l’olio d’oliva, il formaggio di capra e i fichi secchi, ha da tempo avviato un processo di sviluppo sostenibile con la finalità di tutelare, valorizzare, diffondere e divulgare la sua ricca cultura agroalimentare intimamente legata ai valori della Dieta Mediterranea. Altra comunità meritevole di immensa attenzione è quella di Koroni, con la sua storia legata alla Repubblica di Venezia. Ubicata sud-est del Peloponneso, nella Grecia meridionale, Koroni è ricoperta di olivi, erbette locali e piccoli orti coltivati in terrazzamenti. L’alimentazione degli abitanti di questa piccola località si basa prevalentemente su frutta, verdura, olio e pesce fresco e ancora oggi preserva i valori della Dieta Mediterranea. Invece, la comunità emblematica spagnola della Dieta Mediterranea si trova nel nord-est della penisola iberica, presso Soria. La città di Soria è conosciuta in tutto il mondo per alcuni prodotti tipici locali come vino, burro, maiale, agnello e polenta. Una comunità riconosciuta come eccellenza per aver creato, protetto e trasmesso un patrimonio culturale comune attraverso lo studio, l’analisi, la conservazione di documenti medioevali sul cibo e la riproposizione di eventi, riti, feste e pratiche artigianali riguardanti la Dieta Mediterranea. Altra eccellenza del Mediterraneo è quella di Tavira, ubicata nella regione meridionale del Portogallo. A Tavira si producono alimenti tipici della Dieta Mediterranea come ortaggi, erbe aromatiche, formaggi, olio d’oliva, pesce, arance e sale marino. Tali realtà hanno consentito alla Dieta Mediterranea di ottenere l’iscrizione e il riconoscimento nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, riconoscendo con questa definizione le pratiche tradizionali, le conoscenze e le abilità che sono passate di generazione in generazione in molti paesi mediterranei, fornendo alle comunità un senso di appartenenza. Il riconoscimento del 2010 ha accolto la candidatura transnazionale di Italia, Spagna, Grecia e Marocco, che nel 2013 è stata estesa anche a Cipro, Croazia e Portogallo. Dalla cooperazione di queste realtà, con la progettazione di innovazioni e nuove strategie per facilitare il cammino verso la transizione verde e la sostenibilità, il mondo legato alla Dieta Mediterranea può trovare una visione concreta per il futuro attraverso l’innovativo lavoro di associazioni, istituti di ricerca e Think Tank di food cooperation. Gi.&Me. Association, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, da tempo impegnata nella valorizzazione dei “grani antichi” e della “pesca sostenibile” nelle acque del Mediterraneo vuole continuare ad incidere sulle tematiche dello sviluppo sostenibile integrale, coinvolgendo la diplomazia mediterranea, i segmenti della nostra società e il ruolo che gioca il cibo nella nostra vita. Tra gli obiettivi dell’Associazione ritroviamo quello di voler far conoscere le realtà locali del Mediterraneo legate al food sostenibile, partendo dall’analisi della socialità attraverso il cibo del Cilento e diffondendo tale approccio in altre comunità italiane e del Mediterraneo.
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