composizione negoziata

La fotografia aggiornata delle composizioni negoziate in Italia

Un paio di settimane fa, il Consiglio di Stato ha espresso un importante parere, che di fatto ha dato il via libera alla prosecuzione dell’iter normativo per la riforma del Codice della Crisi d’Impresa, formulando alcune osservazioni e suggerimenti che potrebbero incentivare l’uso della composizione negoziata, finora scarsamente utilizzata.

In estrema sintesi, in questo parere, da un lato sono espresse perplessità sulla necessità di ricorrere all’omologazione del provvedimento di ristrutturazione in antitesi al canone della semplificazione normativa;  dall’altro si vede con favore la diffusione di una maggiore informazione e consapevolezza dell’esistenza e dell’uso dello  strumento della composizione negozita, con adeguate iniziative formative da affidare alle Camere di Commercio e si punta, inoltre, a una più precisa definizione delle esperienze professionali maturate  per accedere agli elenchi degli esperti.

Nel frattempo, l’Osservatorio di Unioncamere ha reso noto la fotografia dettagliata delle 217 istanze di composizione negoziata registrate fino agli inizi di questo mese. Una fotografia, che mette in evidenza come a utilizzare questo strumento sono state, soprattutto, società di capitali di dimensione contenuta, con una vita media di 21 anni, operanti nei settori del commercio, della manifattura e delle costruzioni.

Sul piano della diffusione geografica emerge che il 62% delle istanze si è concentrato in un numero limitato di Regioni italiane, Lombardia, Lazio, Emilia –  Romagna, Toscana e Campania.

Da altri dettagli di questa fotografia si apprende, poi, che 20 sono stati i gruppi di imprese, che hanno presentato l’istanza di composizione negoziata; mentre in 15 casi è toccato a imprese,, considerate “sottosoglia”, con ricavi inferiori ai 200mila euro, attivo patrimoniale al di sotto dei 300mila e debiti minori di 500mila euro.

E’ anche, interessante evidenziare che nel 65% dei casi è stato chiesto dall’imprenditore il beneficio delle misure di protezione per tutelarsi nei confronti delle iniziative di aggressione patrimoniale dei creditori e che nel 53% si è richiesta l’esenzione dalle misure sospensive del capitale.

Infine, con riferimento agli elenchi regionali degli esperti presso le Camere di Commercio, analizzando la loro composizione risulta che, dei 2358  accreditati, oltre i quattro quinti risultano appartenere alla categoria dei commercialisti, il 17% a quella degli avvocati e il resto, una piccola minoranza, sono dirigenti d’impresa.

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