La Francia attacca il Regno Unito per uno sproporzionato monopolio nelle produzioni TV

Tra la Repubblica Francese e la Corona inglese, la storia ci insegna che nel passato ci sono sempre stati attriti e non solo diplomatici. Per capire il senso delle mie parole basta ricordare la “Guerra dei Cent’anni” che vide schierati i due paesi l’uno contro altro armati per ben 116 lunghissimi anni, dal 1337 al 1453 e conclusasi con la vittoria dei britannici.

Oggi  i tempi e i rapporti sono cambiati e si fanno guerre po silenziose che si combattono anche solo sul terreno del business e dell’economia e ovviamente immancabilmente sul campo di battaglia della multimedialità.

Il retaggio di una malsopportazione epidermica tra i due paesi, non sembra sopita e i francesi e gli inglesi continuano a osservarsi ciascuno dalle proprie coste  con una certa diffidenza.

Avviene così che giunge la notizia che la Francia si prepara ad un nuovo attacco frontale contro la Gran Bretagna post brexit sul fronte dell’intrattenimento  Secondo un documento, infatti,  riportato in esclusiva dal Guardian, su iniziativa della Francia alcuni Paesi membri – tra cui in verità anche l’Italia – intendono approfittare della Brexit per ridurre la presenza di film e serie tv di produzione britannica da piattaforme on demand come Amazon e Netflix perché considerata “sproporzionata”.

Notizia che addolora i milioni di fan  delle serie mainstream come ‘Bridgerton’ quanto dei piccoli capolavori stile ‘Fleabag’ e che impensierisce ovviamente gli addetti ai lavori del settore.

Il Regno Unito è, infatti, il più grande produttore europeo di programmi cinematografici e televisivi e nel 2019-20, ha incassato ben 490 milioni di sterline dalla vendita di diritti internazionali a vari canali televisivi e piattaforme di distribuzione video in Europa.

L’Inghilterra è depositaria di un patrimonio non soltanto economico, ma anche culturale che Bruxelles, contrassegnato ancora dal malumore per la Brexit, vede come una minaccia. Da qui l’idea di approfittare di una revisione delle cosiddette “quote UE”per limitare l’influenza della Gran Bretagna su un mercato cresciuto moltissimo, soprattutto durante la pandemia di Covid. In base alla direttiva UE in materia di servizi audiovisivi. Da notare che la direttiva comunitaria prevede che oltre il 30% dei titoli su piattaforme di video on demand come Netflix e Amazon deve essere destinato ai contenuti europei.

Una percentuale che la Francia vorrebbe alzare quanto meno al 60%, inserendo l’obbligo di destinare almeno il 15% dei fatturati delle piattaforme alla creazione di opere europee. Da queste quote, sostengono i promotori dell’iniziativa, devono essere esclusi i prodotti realizzati nella Gran Bretagna.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it