La Presidenza del G20 all’Italia: un’occasione da utilizzare sagacemente

Sovrastata dalle informazioni legate alla diffusione della pandemia da Covid ’19 e alla controversa vicenda della Brexit, è quasi passata sotto silenzio la notizia dell’insediamento dell’Italia alla Presidenza del G20 dall’inizio di questo mese.

Il passaggio di testimone dall’Arabia Saudita, che per la prima volta nella storia aveva assunto questo ruolo, è sicuramente importante sotto molteplici aspetti. Innanzitutto, non va dimenticato il ruolo di rilievo del G20, un forum costituito alla fine del secolo scorso e al quale partecipano Capi di Governo, Ministri delle Finanze e Governatori delle Banche Centrali delle principali economie internazionali. Due cifre rendono meglio di qualsiasi considerazione il concetto prima espresso: i Paesi aderenti al G20, tra cui l’Unione Europea, rappresentano circa i nove decimi del PIL mondiale e i quattro quinti del commercio del pianeta.

Ecco, perché l’assegnazione della Presidenza di questo organismo all’Italia, anche in questo caso per la prima volta , è un evento da porre in evidenza e da utilizzare al meglio per riaffermare il ruolo internazionale del nostro Paese.

L’agenda programmatica proposta dall’Italia, che annovera numerosi appuntamenti e manifestazioni di rilievo, tra cui quello di Civil Society 20, l’organizzazione delle associazioni della società civile, culminerà nell’incontro conclusivo di Roma al massimo livello politico, della durata  di due giorni a fine ottobre del prossimo anno.

Al di là dell’aspetto numerico delle manifestazioni e degli incontri, quel che conta sono i contenuti dell’agenda programmatica proposta e prevista dall’Italia , soprattutto dopo un anno, in cui la precedente agenda è risultata seriamente condizionata e depotenziata nei suoi esiti dagli effetti devastanti della Pandemia.

Il programma italiano è contraddistinto dal simbolo delle “3 P”, persone, pianeta e prosperità, in cui si affrontano e declinano alcuni  temi di valenza trasversale: dalla sostenibilità ambientale, al rilancio delle infrastrutture verdi finanziate con i proventi di una tassazione equa e globale, alla digitalizzazione, quale processo innovatore nei diversi settori economici e civili.

In definitiva, si tratta per l’Italia di un’occasione preziosa e prestigiosa per conferire lustro al suo ruolo internazionale, mettendo l’accento sui nostri non rari punti di eccellenza e dimostrando un apprezzabile attivismo sui temi prescelti per apporvi un sigillo indelebile in un anno che si spera possa segnare una decisa inversione di tendenza rispetto ai disastri socio- economici di quello che si avvia alla conclusione.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it