La Treccani elimina i sinonimi dispregiativi alla voce “donna”

La Treccani ha cambiato il suo vocabolario online sulla voce “donna” eliminando i sinonimi dispregiativi. È senz’altro molto più che una buona notizia, si direbbe incredibile. Come è incredibile il fatto che fino ad oggi questa serie di appellativi fossero utilizzati in sostituzione alla parola “donna”.

Epiteti dispregiativi e offensivi

La decisione  presa dalla Treccani  ha fatto seguito ad una lettera aperta che recita: “Sapevi che nel dizionario dei sinonimi, in riferimento alla parola “donna”, eufemismi come “buona donna” e sue declinazioni come “pu**ana”, “cagna”, “zoccola”, “bagascia”, e varie espressioni tra cui “serva”? Con queste espressioni associate al concetto di “donna” trovano posto inoltre una miriade di esempi ed epiteti dispregiativi, sessisti, talvolta coraggiosamente definiti eufemismi: “baiadera”, “bella di notte”, “cortigiana”, “donnina allegra”, “falena”, “lucciola”, “peripatetica”, “mondana”, “passeggiatrice”, e molti altri”.

La lettera inviata alla Treccani con cento firme

Questo il parziale contenuto della lettera inviata alla Treccani negli scorsi mesi  e pubblicata dal quotidiano “la Repubblica” che ha ospitato il dibattito. La firmano cento persone, del mondo della politica e della cultura, che hanno richiesto ai responsabili del dizionario di modificare la voce sessista con una più paritaria e aderente al ruolo della donna nella società .Tra le altre Laura Boldrini, Michela Murgia, Imma Battaglia, Alessandra Kustermann ma anche la vice Direttrice generale della Banca d’Italia,  Alessandra Perrazzelli, più un gruppo di attiviste guidate da  Maria Beatrice Giovanardi, l’italiana che ha ottenuto che l’Oxford Dictionary modificasse in chiave non sessista la definizione di “woman”.

Ora alla voce “donna” troviamo sinonimi che valorizzano i traguardi sociali e intellettuali

La pressione delle attiviste, dei firmatari e dell’opinione pubblica ha avuto la meglio e così il vocabolario online Treccani da pochi giorni ha effettuato una pulizia generale eliminando tutte le parole considerate sessiste: al loro posto avanzano espressioni che fotografano un altro tipo di donna, valorizzando i traguardi intellettuali e sociali come “donna di lettere, di legge, di scienza e di Stato.”

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