La “Vespa”un mito mondiale ,una icona senza tempo

 Il 23 aprile 1946 la Piaggio & C. S.p.A di Pontedera (PI). depositava presso l’Ufficio centrale dei brevetti per invenzioni, del Ministero dell’Industria e del Commercio di Firenze, un brevetto recitante questa descrizione: “Motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica”. Su progetto dell’Ingegnere Aeronautico ,Corradino D’Ascanio

Il nome le fu dato dallo stesso Enrico Piaggio che davanti al prototipo MP6, data una parte centrale ampia e una sezione più stretta, disse: “Sembra una vespa!”

Un prodotto del tutto inusuale per la Piaggio che  fino ad allora di tutto si era occupata fuorché moto o scooter. Fondata nel 1884 da Rinaldo Piaggio e da suo padre,fino ad allora ,aveva prodotto arredamento navale e materiale ferroviario.

Il giorno successivo alla consegna del brevetto, il Commendatore  Enrico Piaggio, in una lettera indirizzata al Direttore dello stabilimento e a tutte le maestranze, scrisse: Ho il piacere di comunicarVi che i primi esemplari hanno incontrato l’ammirazione generale. Vi esprimo il mio più vivo compiacimento, certo che con l’unione di tutte le forze, potremo segnare altri passi importanti per la nostra ripresa industriale”.

La settimana successiva, la Vespa, venne presentata nelle più grandi città italiane con diversi annunci pubblicitari a piena pagina, pubblicati sui principali quotidiani nazionali.

Iniziata la produzione in serie, la Vespa 98 cc, modello capostipite della gamma Vespa, verrà costruita, in breve tempo, in oltre un milione di esemplari.

La Vespa diventa un fenomeno sociale

Fu un successo senza precedenti che portò il marchio Piaggio ad assumere una visione mondiale, costruendo impianti produttivi anche all’estero. Costava ancora molto , tra le cinquanta e sessantamila lire, ma si poteva pagare  con le cambiali altro grande volano dell’economia italiana degli anni ’50. Uno dei motivo del suo successo era determinato dal fatto che il tradizionale telaio delle vecchie motociclette era stato sostituito con un carrozzeria che copriva motore e ruote.

La Vespa poteva dunque essere guidata anche in condizioni di tempo e su strade non ottimali, senza inzaccherare il guidatore che, anzi ,poteva portare la moglie sul sellino posteriore e magari anche il figlio in piedi sulla pedana, quando la famiglia si fosse allargata. Da allora ha guidato i fenomeni di costume diventando il simbolo della rinascita italiana del dopoguerra e icona indissolubilmente legata all’immaginario popolare.  Impossibile elencare tutti i modelli usciti dagli stabilimenti, nelle varie fogge e cilindrate.

Il debutto nel mondo del cinema

A decretarne definitivamente il successo ci pensò il mondo del cinema. All’epoca, molti registi richiesero la Vespa all’interno delle loro sceneggiature, in quanto ritenuta simbolo di avanguardia e dello stile italiano. La più celebre pellicola cinematografica, che consacrerà la Vespa a vera e propria icona del vivere italiano, fu ‘’Vacanze Romane’’, del 1953, diretto da William Wyler , interpretato da Audrey Hepburn e Gregory Peck.

I “vespisti” divennero ben presto una sorta di comunità con tanto di gare e raduni a livello mondiale. Il più celebre fu «Eurovespa», 40 edizioni, ultima delle quali nel 2006 a Torino in coincidenza con il  suo 60º compleanno .La Vespa ha dato e continua a dare una nuova marcia al mondo intero, unendo in un’unica passione giovani di culture lontane e diverse, diventando così il primo marchio veramente globale della mobilità. Da fenomeno sociale, la Vespa entra di diritto anche nei musei approdando, tra gli altri, alla Triennale Design Museum di Milano e al MoMA di New York.

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