L’amore ai tempi del Covid

Leggiamo e pubblichiamo.

“L’amore ai tempi del Covid” ha un qualcosa di macabramente ottocentesco. Conosci qualcuno, prima ci smessaggi online, poi se ti fidi lo incontri con il burka in faccia e infine, se la cosa di fa seria ti avvicini a lui. Roba che i bisnonni che si adocchiavano in chiesa erano forse più agevolati.

Ora l’amore si fa per corrispondenza, ma non è quell’amor cortese delle corti provenzali, è più uno scambio di messaggi audiovisivi a volte VM18. Nella mancanza di un contatto la relazione va coltivata e nutrita ogni giorno con attenzione e pazienza. Bisogna stabilire un legame virtuale ed una dipendenza affettiva per perpetuare il consolidamento di una giovane storia. Amare è vivere ogni giorno nel terrore del calo dell’attenzione o dello sciogliersi del filo rosso che ci lega all’altro.

I gesti che solitamente comunicano più di mille parole, in un momento di carestia sensoriale e di evitamento fobico dell’altro, non possono esserci e bisogna usare i messaggini cercando un surrogato di intimità. E’ qui che i duri iniziano a giocare… Da presenza esterna il partner deve diventare presenza interna che abita dentro di noi sempre, nella speranza che sia sempre anche mentre abbiamo paura. Non è una cosetta facile…è impegnativo e per quanto siamo sereni e razionali, nel profondo ognuno di noi ha bisogno semplicemente di conferme e sentirsi dire “ti amo”.

G.D.F.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it