L’Aquila, stickers di estrema violenza sui social. Denunciati 7 minori

La Polizia di Stato del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Pescara ha condotto un’operazione denominata “Poison”, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di L’Aquila. L’indagine ha fatto luce sulla diffusione e detenzione di materiale pedopornografico che ha portato all’identificazione e alla denuncia di 7 minori.

Violenza su persone e animali, apologia di fascismo e nazismo

L’indagine, scaturita su impulso del C.N.C.P.O. (Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma, trae origine da una segnalazione del Servizio Emergenza Infanzia 114. Si segnalava la condivisione, su gruppi social, oltre che di contenuti pedopornografici, anche di stickers/meme di carattere zoofilo, necrofilo, scat, splatter, nonché di violenza estrema, apologia del nazismo/fascismo, atti sessuali estremi e mutilazioni, atti di crudeltà verso essere umani e animali. Immagini e video raccapriccianti di vittime innocenti il cui dolore, invece di scuotere le coscienze, è stato oggetto di scherno, divertimento e condivisione da parte del gruppo di adolescenti.

Analizzati oltre 85mila messaggi in 5 gruppi social

Gli investigatori della Polizia Postale, con un lavoro certosino, hanno analizzato oltre 85.000 messaggi in 5 diversi gruppi social, allo scopo di identificarne gli autori.

All’esito dell’Operazione, che ha coinvolto, nella fase esecutiva, anche i Centri Operativi Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Puglia, Lazio, Lombardia e Campania, sono stati denunciati 7 minori, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, tra cui una ragazza, responsabili di aver ricevuto e inviato, su diversi gruppi social, diverse immagini di bambini, anche di tre o quattro anni, vittime di abusi sessuali.

7 denunciati, altri 22 minori coinvolti

Restano tuttora al vaglio degli inquirenti le posizioni di ulteriori 22 minori che si sono limitati all’invio dei “Meme”, per possibili provvedimenti a protezione degli stessi, atteso il disvalore culturale ed educativo emerso, anche con l’intervento dei servizi sociali a sostegno dei ragazzi e delle loro famiglie.

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it