Ci sono “paradisi terrestri” dove il Covid-19 è stato fermato

Secondo un rapporto dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, esistono nel mondo delle isole che per loro fortuna non hanno dovuto avere a che fare con il covid. 

Questi “paradisi” sono tutti Isole o isolotti che dal momento dello scoppio della pandemia hanno impostato una rigidissima politica sugli ingressi; da un anno a questa parte sono quasi isolati dal mondo.  Dall’Isola di Sant’Elena, nell’oceano Atlantico centro-meridionale, all’Isola di Samoa in Polinesia; passando per le Isola Cook nel Sud Pacifico per arrivare alla Repubblica di Palau, che non è il comune in Sardegna, composta da circa 300 isole vicino alle Filippine.

Isola di Samoa
Isola di Samoa

Fuori dalle “grinfie” del Coronavirus anche Tokelau isola composta da tre atolli corallini tropicali che conta circa un migliaio di abitanti; per coloro che riescono ad ottenee il peresso d’ingresso, l’arrivo all’isola è consentito solo via mare. Anche l’arcipelago di Pitcairn è tra i paradisi liberi, con un’isolotto abitato da circa 50 persone e la più grande riserva marina non frazionata del mondo che ospita più di 1200 specie diverse di animali.  Anche per queste isole l’unico modo di arrivarci e via mare. 

Le Isole di Tonga, con oltre 100 mila abitanti, è una delle maggiori isole del Pacifico che non ha riportato finora un solo caso. Dall’inizio della pandemia la Polinesia ha vietato l’ingresso a tutti gli stranieri e istituito il coprifuoco da mezzanotte alle 5 del mattino; stessa cosa anche per Tuvalu, un gruppo di nove isole tra le Hawaii e l’Australia con una popolazione di circa 11mila abitanti che ha vietato l’ingresso ai non residenti.

A Sant’Elena, dove fu confinato Napoleone e nell’isola di Tristan da Cunha le regole di ingresso sono rigide; chi arriva è sottoposto a quarantena di 14 giorni con test Covid all’inizio e alla fine del periodo.

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