Da domani tutta Italia sarà zona gialla e sono varie le opinioni degli studiosi in merito. Tra i temi in studio l’utilizzo della mascherina e il momento in cui sarà possibile non usare più il dispositivo di protezione.
Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, dichiara: “Con le riaperture è possibile anche una nuova crescita della curva dei contagi, se non ci saranno le necessarie cautele. Abbiamo conosciuto molto di questo virus in poco tempo, ma ci può ancora sfuggire, ritengo che sia fondamentale cautela, sistematicità e progressione nelle aperture”.
Pregliasco precisa che: “É possibile che ci possa essere non una nuova ondata ma, più probabilmente, un’onda di risalita dei contagi. É matematico con le riaperture aumentano i contatti e quindi la probabilità di incontrare una persona positiva al virus. Secondo i dati di ieri i positivi, in Italia, erano 281mila. Questo vuol dire che, come minimo, considerati quelli non identificati, sono almeno il doppio. Quindi c’è oltre mezzo milione di persone positive che è possibile incontrare con la maggiore mobilità. E’ possibile anche che un vaccinato possa essere positivo e possa mantenere una catena di contagio”.
Il virologo spiega: “Si potrà vedere, dunque, un lieve rialzo della curva, in funzione della progressione delle aperture, conseguente al numero dei contatti anche se, fortunatamente, non ci sarà la stessa proporzionalità sui casi gravi grazie ai vaccini”. Pregliasco invita a non abbandonare le misure di protezione come distanziamento, mascherina, igiene.
Continua Pregliasco: “L’arrivo del caldo e della bella stagione fa sperare, come è successo l’anno scorso, in una tregua dal virus. Ma il caldo da solo non basta, come vediamo per i tanti Paesi dove, nonostante le temperature elevate il virus circola perché i contatti sono tanti. Il clima non è un parametro che da solo basta. In estate è la minore umidità il parametro che gioca il ruolo maggiore, non il calore in sé. E sono d’aiuto tutte le condizioni, proprie della bella stagione, che riducono il rischio di contatti ravvicinati e contagi: più vita all’aria aperta, scuole chiuse, riduzioni delle occasioni di contagio in luoghi chiusi”.
Tra le opinioni c’è quella di Andrea Crisanti per il quale è “plausibile” la data suggerita dal presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza Covid, Franco Locatelli, per poter affrontare il tema, molto sentito dalla popolazione, di un allentamento sul fronte delle protezioni individuali, con l’estate che si avvicina. Spiega il Direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova che per arrivare a questo: “dipende da quante persone si vaccinano. E in Italia il numero di persone immunizzate cresce in questa fase a ritmo sostenuto. Sono stati somministrati oltre 30 milioni di vaccini, e più di 10 mln di connazionali hanno un’immunizzazione completa”. Per Crisanti: “E’ presto per parlare di allentare le regole sulle mascherine perché mi sembra ancora bassa questa soglia di vaccinati, visto che non siamo neanche a metà popolazione coperta. Ci vuole ancora del tempo e pensare che il momento giusto per togliere le mascherine arrivi a metà luglio mi sembra abbastanza realistico”.
Il virologo puntualizza: “Per quel che riguarda il futuro, non so. Il futuro è difficile da decifrare. Che il coronavirus Sars-CoV-2 diventerà endemico penso che non ci siano dubbi. In alcuni Paesi lo è diventato. In altri non c’è per niente come l’Australia, la Cina, la Nuova Zelanda, e penso che questi Paesi cercheranno di non farlo diventare endemico sui loro territori. E’ ancora presto per definire il futuro, vedremo come procedono le vaccinazioni”.
Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova afferma: “Sicuramente da questa seconda ondata di coronavirus siamo praticante fuori. Di accessi in ospedale ora ce ne sono talmente pochi che in pratica gli ospedali devono svuotarsi dei casi presi in carico nei mesi precedenti. Quindi la seconda ondata la stiamo mettendo completamente alle spalle. Adesso però si deve fare di tutto entro ottobre, quando avremo certamente dei nuovi casi perché questo virus, lo abbiamo imparato, ha un andamento stagionale, per arrivarci con la popolazione più debole vaccinata al 100%”.
L’infettivologo ricorda: “L’immunità di gregge ci dice che dobbiamo arrivare al 70% della popolazione generale vaccinata. Va bene se arriviamo al 70% della popolazione generale, ma dobbiamo arrivare al 100% delle fasce a rischio. Su queste categorie dobbiamo fare una campagna per vaccinarli tutti, non possiamo permetterci di lasciarne fuori neanche uno. Li dobbiamo convincere. Bisogna tornare a parlare con questa gente”.
Bassetti afferma: “Quella che secondo me è una grave mancanza del ministero della Salute è che una seria campagna informativa non sia mai stata fatta. Noi siamo arrivati fin qui che la gente si è vaccinata perché ha visto quel che è successo negli ospedali o per quel che ha letto sui giornali e basta. Ma non si è mai vista una campagna informativa fatta dal ministero che a spron battuto, con spot ogni sera ininterrottamente, spiegava l’importanza della vaccinazione. Così andava fatta, come negli altri Paesi. Bisogna parlare e spiegare a queste persone. Se si parla e si spiega molti si convincono. Alla fine può rimanere uno zoccolo duro” di non vaccinati “ma non più del 5%”.