Le regole per ricominciare la stagione sciistica in sicurezza

Green Pass e regole precise perla stagione sciistica 2020/2021. E’ quanto prevede il protocollo per la riapertura delle aree sciistiche e per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici a favore degli sciatori non agonisti e amatoriali.

Tra i punti per la stagione sciistica: Green Pass obbligatorio per l’accesso agli impianti da sci per gli over 12. Favorire il più possibile la vendita online per gli accessi agli impianti. Percorsi che garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro. Per le seggiovie portata massima al 100% della capienza con uso obbligatorio della mascherina, ma la portata è ridotta all’80% se utilizzate con la chiusura delle “cupole paravento“. Per le cabinovie e le funivie riduzione all’80% della capienza massima e uso obbligatorio di mascherina.

Andrea Crisanti, il virologo, manifesta tutta la sua disaprovvazione: “Una buffonata. Quest’idea è venuta dopo una visita in Corea del Nord. Forse non sa che non si possono fare leggi ad personam o per categorie. Voglio essere chiaro: è una buffonata”. 

“Io posso pure capire che magari si è esagerato. Ma se si è esagerato, come in tutte le cose, è un problema di rapporto tra domanda e offerta. Evidentemente, c’è una domanda gigantesca da parte delle persone di informarsi, che i media intercettano, e chiaramente l’offerta viene dalle persone che hanno da dire qualcosa. Quindi, io penso che una proposta di questo tipo sia principalmente un affronto verso i cittadini”.

Continua Crisanti: “nel quadro dell’epidemia, il rischio più grosso che corriamo è legato alla durata del vaccino: circa 6 mesi dopo la seconda dose. Siamo costretti a rincorrere il virus e a iniziare la terza dose. Abbiamo persone che ancora devono ricevere la prima dose, c’è chi deve avere la seconda e chi deve fare la terza. Dovremmo fare tutti la terza dose a 6 mesi dalla seconda? Per avere un livello di protezione che blocca la trasmissione, sì”.

“Chi è stato vaccinato a gennaio ha un livello di protezione più basso. Se guardiamo i dati da Israele, dopo 6 mesi il livello di protezione contro l’infezione si abbassa al 30-40%. Io ho fatto la seconda dose a febbraio, teoricamente se incontrassi una persona infetta potrei infettarmi ma ho ancora una protezione buona contro il rischio di malattia grave. I dati di Israele evidenziano che la terza dose protegge contro la variante Delta. Speriamo che dopo la terza dose la protezione duri più di 6 mesi”.

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