L’Educazione Finanziaria per accrescere la competenza, la sicurezza e la competitività del sistema

La cultura, ha dichiarato il Presidente della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio, è uno dei dodici principi fondamentali della nostra Costituzione, il pilastro di una comunità che deve garantire il pieno sviluppo della società.

Essa, che è un diritto della persona e un dovere della Repubblica, è da porsi come il volano di una nuova ricostruzione.

La cultura è un contenitore ampio, che va declinato in vari modi, a seconda degli ambienti coinvolti.

Non si nasce acculturati. Lo si diventa con l’applicazione e l’impegno; solo così si può partecipare, attivamente e con senso critico, alla vita civile del Paese.

Mario Draghi, da sempre attento alle sorti delle nuove generazioni, afferma che l’investimento sugli anni dello studio e formazione sono fondamentali. È fondamentale poterli assicurare; i giovani devono essere coinvolti, comprendere e impegnarsi.

Tra i tanti discorsi che si possono fare con i giovani e per i giovani, sicuramente quello finanziario occupa una posizione, oggi, particolarmente rilevante.

La pandemia ha allargato le distanze tra i cittadini, ha bloccato l’ascensore sociale, ha creato limiti enormi nelle attese delle nuove generazioni.

Tutti i Paesi, unitamente all’azione di blocco della crisi sanitaria attraverso la vaccinazione, stanno cercando di mettere in atto misure di politica economica, superando i vincoli contabili e le strategie di bilancio, per fermare la crescente deriva economica e sociale, con forti penalizzazioni per tutti.

La cultura come alfabetizzazione finanziaria

In questa prospettiva, a gennaio, l’Ocse ha diffuso delle raccomandazioni per implementare una azione di alfabetizzazione finanziaria dei cittadini, attibuendo, pragmaticamente, a questo aspetto della cultura, una valenza eccezionale.

Esse sono calate in una specie di decalogo operativo che “punta” a fornire obiettivi di fondo, modalità operative e best practices per sostenere i processi decisionali in materia di risparmio e pensioni.

In sostanza, l’Educazione Finanziaria si raccoglie in un processo di inclusione, ossia di partecipazione consapevole degli individui nelle personali scelte in materia di denaro, nella percezione che la mancanza di competenza nel settore è fattore di fragilità del sistema.

La collegata azione, di diffusione e sviluppo, in Italia, fa capo al Comitato Nazionale dell’educazione finanziaria, creato presso il MEF e guidato da Annamaria Lusardi.

La formazione finanziaria si può sviluppare su più fronti, per raggiungere l’obiettivo formativo e fare in modo che la relativa conoscenza contribuisca, per la sua parte, alla resilienza economica.

L’Educazione Finanziaria nelle scuole con ANSPC

Degna di segnalazione l’opera che l’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito sviluppa da 12 anni nelle scuole medie superiori del territorio nazionale.

Ad oggi, sono stati coinvolti circa 10.000 studenti. Quest’anno, a partire dal 1 marzo, con chiusura nella seconda quindicina di maggio, l’ANSPC è impegnata su Palermo e provincia con 10 scuole, alle quali si è unito un Istituto di Reggio Calabria, per un totale di 850 allievi

Negli ultimi 6 anni l’azione si è svolta nel Sud, per scelta precisa e ben comprensibile, con il sostegno concreto della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e per la sensibilità del suo Presidente, Emmanuele F.M. Emanuele.

Sul fronte della consapevolezza e conoscenza, in materia, da parte delle categorie economiche, è da menzionare, per la sua efficacia, una iniziativa promossa dalla Banca d’Italia, per opera di Magda Bianco, che guida il Dipartimento di Tutela della clientela ed educazione finanziaria.

Si tratta di una serie di incontri, indirizzati a PMI e artigiani, con lo scopo di tutelarli nella loro operatività, anche attraverso un processo di educazione finanziaria, che vada di pari passo con la digitalizzazione.

“La cultura finanziaria è oggi uno strumento indispensabile per resistere alla crisi e progettare il futuro” (Banca d’Italia).

Non si può non essere d’accordo con questa affermazione, come non si può non condividere che una educazione finanziaria, dal basso (bottom-up), dagli studenti, è il migliore viatico di un sapere che si irradi naturalmente sulla realtà economica, facendo da leva sui processi più virtuosi e sulla maturazione civile e democratica del Paese.

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