Il Tribunale di Locri, al termine del processo “Xenia”, ha condannato l’ex Sindaco di Riace (Reggio Calabria), Mimmo Lucano, a 13 anni e 2 mesi di carcere.
Lucano dovrà anche restituire 500 mila euro riguardanti i finanziamenti ricevuti dall’Unione Europea e dal Governo. La sentenza condanna Lucano a quasi il doppio degli anni di reclusione che erano stati chiesti dalla Pubblica Accusa (7 anni e 11 mesi) .
Il processo verteva sulla gestione illecita dei migranti, tema sfociato varie volte in un durissimo scontro politico, con la sinistra che lo aveva scelto come manifesto dell’accoglienza e Matteo Salvini che ,al contrario, lo ha sempre attaccato .
Lucano era finito nel mirino della Guardia di Finanza nel 2018, per presunte irregolarità sulla gestione dell’accoglienza nel suo Comune, con gli Inquirenti che avevano ipotizzato diversi reati, tra cui favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, abuso d’ufficio, truffa, falsità ideologica, turbativa d’asta, peculato e malversazione a danno dello Stato. Dopo tre anni arriva la sentenza di primo grado.
Il Tribunale di Locri ha condannato anche la compagna di Lucano, Lemlem Tesfahun, alla pena di 4 anni e 10 mesi di reclusione per gli illeciti legati alla gestione dei migranti.
Il commento di Mimmo Lucano
Dopo la lettura del dispositivo della sentenza l’ex Sindaco Lucano ha detto: “Non ho parole, non me l’aspettavo. Ho speso la mia vita per rincorrere ideali contro le mafie. Ho fatto il sindaco, mi sono schierato dalla parte degli ultimi, dei rifugiati che sono arrivati. Mi sono immaginato di contribuire al riscatto della mia terra, contro le immagini negative. E’ stata un’esperienza indimenticabile, fantastica. Però oggi devo prendere atto che è finito tutto. E’ stata una cosa pesantissima, non so se per i delitti di mafia ci sono questo tipo di sentenze. Ora posso anche morire, non c’è pace né giustizia“. Domenico Lucano ha poi ringraziato i suoi avvocati e quanti gli sono stati vicini.
