L’esercito libanese è intervenuto oggi in forze a Tripoli, porto nel nord del Paese, dopo che alcuni uomini armati hanno ripetutamente aperto il fuoco con fucili automatici in diversi punti della città.
Lo riferiscono i media locali secondo cui le raffiche di armi da fuoco sono state esplose “come segno di protesta per le penose condizioni di vita” in cui versa Tripoli e tutto il Libano, stretto nella morsa della sua peggiore crisi economica degli ultimi 30 anni.
Il Sindaco di Tripoli, Riad Yamaq, ha affermato, citato dai media locali, che “la situazione a Tripoli sta sfuggendo di mano”. Poco dopo l’intervento dell’esercito, lo stesso Primo cittadino ha gettato acqua sul fuoco affermando che “per il momento la situazione in città è tornata calma”.
Tripoli, 90 km a nord di Beirut, è l’epicentro delle proteste governative scoppiate nell’autunno del 2019, quando gli effetti della crisi economica si sono palesati in tutto il paese. A Tripoli si registrano i più alti tassi di disoccupazione. In tutto il Libano secondo l’Onu più della metà della popolazione vive ormai sotto la soglia di povertà.