M.I.S.E. “in prima linea” contro la crisi dell’industria

L’Italia presenta un quadro economico schiacciato dall’impatto del Covid e in poco più di un anno sono stati risolti ed archiviati dal gruppo di lavoro guidato dalla Sottosegretaria Alessandra Todde, circa 15 dossier che porta il saldo delle trattative aperte al Mise da 120 a 105, stando alle ultime stime che l’Adnkronos è in grado di anticipare. Per gli appassionati di statistica, circa 70 i tavoli aperti da più di 3 anni e circa 28 quelli che impegnano il Mise da oltre 7 anni.

Sono ancora attive vertenze pesanti come quella con JSW sulla riconversione industriale dello stabilimento siderurgico di Piombino con 1600 dipendenti da salvaguardare o quella sul sito Whirlpool di Napoli, oppure la gestione della Jabil di Marcianise con i suoi 130 lavoratori a rischio. Natale di crisi anche alla Goldoni per gli oltre 200 lavoratori dopo la richiesta di concordato da parte della proprietà cinese Lovol a soli 5 anni dall’acquisizione e per i 150 dipendenti della Betafence che attendono certezze al momento non così scontate.

Pesa sul tavolo del MISE i 700 dipendenti della Dema anche se, a quanto si apprende, l’azienda avrebbe firmato la scorsa settimana l’accordo con l’Inps per la rateizzazione del debito e poi ci sono i 10mila lavoratori in ballo dell’ex Gruppo Ilva.

In via di soluzione anche la vertenza del Gruppo Stefanel, dopo la presentazione dell’offerta vincolante da parte di OVS e tra le partite giunte a soluzione molti marchi storici a cominciare dalla vertenza Pernigotti, conclusa senza esuberi e impedendo al gruppo Toksöz di delocalizzare la produzione dello stabilimento di Novi Ligure, a quella sul polo di Portvesme che, dopo uno stallo di 8 anni, è stato acquisito in via definitiva da Sider Alloys .

‘Salvaguardia occupazionale’ anche per i 5.400 posti di lavoro degli ex Centri Commerciali di Auchan acquisiti da Conad con una trattativa che ha ridotto gli esuberi dagli originari 6.200 a circa 795.
Buone notizie anche per i 350 lavoratori della Mahle, industria tedesca di componenti automobilistici, grazie all’accordo di cessione dei 2 siti in Piemonte raggiunto con il gruppo Imr che attraverso l’utilizzo della cigs per 24 mesi garantirà formazione e rispetto del perimetro occupazionale.

Prossima soluzione anche per la vertenza della società Yokohama di Ortona in predicato per essere rilevato da Alfagomma che, entro il prossimo giugno, dovrebbe riassorbire il 79% dei dipendenti in mobilità e aumentare la quota entro il 2022.


Con il Fondo per la gestione delle crisi d’impresa per i marchi storici, voluto dalla Sottosegretaria Todde, che prevede l’ingresso, attraverso Invitalia, dello Stato nel capitale delle aziende in crisi per un ammontare massimo di 10 mln di euro e per non più di 5 anni si è costruita la soluzione per l’accordo tra l’ex Embraco di Chieri, società in fallimento con oltre 400 addetti in cig, e l’ACC di Mel a Belluno, che occupa oltre 300 addetti che ha dato vita ad Italcomp, il nuovo polo italiano del compressore.Il progetto vedrà un piano industriale industriale pubblico-privato da 50 milioni di euro che salverà circa 700 lavoratori.

Di pochi giorni fa anche la solzuine per l’Ast di Terni, lo stabilimento siderurgico che la Thyssenkrupp si appresta a cedere ma la cui vendita , che dovrebbe avvenire nel 2021, porterà con sè alcune garanzie importanti: il sito dovrà continuare a produrre 1milione di acciaio fuso, confermerà gli attuali 2.324 addetti, il ripristino dei 17 dipendenti con contratto somministrato fatti uscire a giugno scorso, l’ultrattività della contrattazione di secondo livello e la possibilità entro il 31 marzo 2021 di valutare un nuovo premio.

Autore:

Redazione

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it