Mamme reborn: la nuova moda di essere mamme, ma di bambolotti

Ciao a tutte. Oggi mio marito ha abbandonato me e le bambine. È andato via di casa dicendo che non ci sopporta più“. Questo è un messaggio lasciato da una delle mamme di un gruppo Facebook. A prima lettura resti basito dal comportamento di un uomo, marito e padre di famiglia. 

Ma non è davvero quello che sembra. “Ora dovrò spiegare alle mie tre bimbe reborn che il padre le ha abbandonate“. Ecco ora qualcosa sembra più chiaro. Le bimbe abbandonate sono bambole reborn. Ma cosa sono esattamente? Le bambole Reborn, in italiano sono tradotte letteralmente come “bambole rinate“, cioè nate due volte, sono bambole in vinile molto realistiche, lavorate artigianalmente per assomigliare il più possibile ai bambini veri.

Il loro utilizzo è prevalentemente medico ossia per scopi terapeutici, ad esempio per persone affette da ritardi cognitivi oppure da malattia di Alzheimer, in aiuto a persone con demenza senile, problemi psichiatrici o emotivi. La reborn doll fa riscoprire ai pazienti delle strategie di comunicazione pre-verbiali, producendo pensieri di dolcezza, gioia ed empatia e curando stati d’ansia, condizioni di apatia e di depressione legati a problemi emotivi. 

Ma purtroppo queste bambole sono finite in mano a mamme che le utilizzano realmente come figlie e figli propri. Ci vanno in giro, chiamano delle baby sitter quando loro devono uscire a cena o per fare la spesa. Un fenomeno sempre più in crescita in Italia e nel mondo. Il caso, scoperto per caso dall’influencer e blogger Vincenzo Maisto alias Il signor Distruggere, in Italia scoppia circa 6/7 anni fa. Su Facebook sono tantissime le pagine dedicate da “Il mio bambino speciale” a “Mamme pancine“. Tutte pagine però divenute private dopo che Vincenzo Maisto le ha rese note. 

Ecco sono queste pagine che preoccupano davvero. Al loro interno si trovano migliaia e migliaia di donne “mamme” che raccontano le loro vite ma soprattutto le loro tragedie. Si perchè molti di questi messaggi parlano proprio di abbandoni di tetti coniugali, “violenze” da parte dei mariti o compagni nei confronti dei loro “bambini“. Una di queste mamme chiede alla amiche virtuali “secondo voi devo denunciare mio marito per aver spaccato la testa di nostro figlio?“.

Ma non sono a preoccupare solo coloro che pongono questi quesiti, ma sono le risposte che spesso arrivano dalle altre “mamme” ad intimorirmi. Marzi P. risponde alla mamma pronta per la denuncia: “se tuo marito ha ucciso tuo figlio, tu devi vendicarlo e uccidere lui“. Messaggio che fortunatamente le admin hanno rimosso dopo qualche “giorno“. Poi troviamo, in questi gruppi mamme reali che hanno partorito il proprio figlio e che è vivo e vegeto; alcune di queste commentano immagini e video con: “a che bello vederlo dormire così. Magari fosse così buona anche la mia piccola Caterina” come se il piccolo in foto fosse un vero bimbo che dorme dopo la pappa. O ancora “se lo avessi saputo prima mi sarei risparmiata 13 ore di travaglio. È bellissimo” come se aver partorito la sua prole questa “mamma”  se ne fosse pentita. Meglio una bambola no?

Mi chiedo: come ci si comporta in questi casi? si segnala a chi di dovere o si lasciano cuocere nel loro brodo? no critiche.

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