Mancata zona rossa a Bergamo: indagato Guerra (OMS) per false dichiarazioni

L’esperto italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Ranieri Guerra è stato iscritto nel libro degli  indagati per false dichiarazioni ai P.M. nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata zona rossa a Bergamo.

La Procura di Bergamo si riferisce alle dichiarazioni rese da Guerra il 5 novembre 2020, nel corso dell’indagine della Magistratura sulle possibilità di epidemia colposa. Guerra, a differenza di quanto sembra emergere, aveva detto di non aver mai esercitato pressioni sui ricercatori dell’Ufficio OMS di Venezia per fare eliminare dal sito dell’Organizzazione, a metà maggio 2020, lo studio che definiva “improvvisata e caotica” la gestione della pandemia in Italia. In quello studio c’erano anche i riferimenti al Piano pandemico non aggiornato, come trapelato poi da un’inchiesta del programma di Rai3 Report. Il ricercatore OMS in questione è Francesco Zambon che, invece, aveva riferito di una mail in cui Guerra gli chiedeva di togliere il riferimento al Piano pandemico non aggiornato. Zambon una volta pubblicato lo studio venne richiamato dalla sede OMS di Pechino e chiese di riprendere in mano lo studio per fare delle modifiche, in particolare sulla timeline dell’epidemia in Cina. Il lavoro, alla fine, non è stato più pubblicato.

Guerra sul Piano pandemico: “non andava aggiornato

Sul Piano pandemico, in particolare, Guerra aveva dichiarato che non andava aggiornato perché non c’erano “variazioni epidemiologiche“, né “indicazioni da parte dell’Oms di variazioni del piano“. Se non fosse, come spiega il Procuratore Chiappani, che dal 2006 sono decorse l’influenza suina nel 2009 e la Mers nel 2012. E, ancora, se non si tiene conto delle linee guida dell’OMS promulgate nel 2013 e nel 2017 e quelle dalla Commissione Europea datate 2013 e poi 2019.

Ad oggi, non risultano ipotesi di reato per il mancato aggiornamento del Piano pandemico né per la mancata applicazione di quello del 2006, sostituito poi da un Piano anti-Covid approvato dal Cts nel marzo del 2020, quando il virus era già più che presente nel Paese, Lombardia in testa.

 

Per informazioni scrivere a: info@tfnews.it