Marisa Albanese: lutto nel mondo dell’arte. Addio all’artista

Marisa Albanese viveva e lavorava a Napoli, città che ha sempre amato e che ha trasportato nelle sue opere.

La poetica di Marisa Albanese è sempre stata legata ai temi della stratificazione e del movimento fisico ma soprattutto interiore. È morta a 74 anni dopo la battaglia con la malattia. Malattia che alla fine ha vinto e che non ha permesso all’artista di completare la sua opera per il Bosco del Museo di Capodimonte a Napoli, istituzione che, nel 2010, aveva ospitato anche una sua ampia retrospettiva, “Spyholes”, a cura di Achille Bonito Oliva. 

Da quasi un anno Marisa Albanese stava concludendo una creazione site-specific per il Real Bosco di Capodimonte, su committenza della Direzione. Il progetto “Massi Erratici” illustrava la rinascita dopo la distruzione; a luglio scorso ha ottenuto un finanziamento dal Piano per l’Arte Contemporanea del Ministero della Cultura. L’opera monumentale di otto metri di altezza è costruita con circa cinquecento massi di rovine monumentali; resti di edifici antichi bombardati nel 1943, ritrovati all’interno del Bosco durante i lavori di pulizia dei boschi del giardino storico. L’opera è stata integralmente ideata e disegnata dall’artista e sarà completata secondo le sue indicazioni, con la massima precisione.

I suoi lavori  sono conservati in importanti collezioni pubbliche e private; al Museo Madre di Napoli è esposta Via Settembrini,un delicato lavoro incentrato sulle molteplici stratificazioni urbanistiche e culturali di Napoli. Le bianche e volitive figure delle Combattenti, una delle sue opere più iconiche, sono esposte nella collezione permanente della Metropolitana dell’Arte di Napoli, stazione Quattro Giornate. 

“La sensibilità e la delicatezza di Marisa Albanese nascondevano una forza e un impegno militante che irroravano la sua arte, intimamente legata alle lotte sociali contemporanee, combattente della causa femminile, dell’immigrazione, del razzismo, della libertà intellettuale e della spiritualità” con queste parole il Direttore del museo di Capodimonte Sylvain Bellenger ha voluto salutare per l’ultima volta Marisa Albanese.

 

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