Meloni all’attacco su Albania, Cultura, Magistratura,Manovra

Meloni difende a spada tratta il Protocollo Italia-Albania sui migranti, messo in discussione da una sentenza del Tribunale di Roma: “Avevo messo in conto che ci sarebbero stati degli ostacoli, ma il Protocollo Italia-Albania funzionerà – e aggiunge –  Non consentirò che un modello che abbiamo individuato, nel pieno rispetto del diritto italiano ed europeo, venga smontato perché c’è una parte della politica che non è d’accordo su questa lettura e su come deve essere gestita l’immigrazione. Sono determinata ad andare avanti”.

La Presidente del Consiglio tocca però tutti i principali argomenti dell’attualità politica. Dal Medio Oriente alla manovra economica passando per le vicende legate al Ministero della Cultura.

Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ieri si è recato a Palazzo Chigi per conferire con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Meloni spiega però di non aver incontrato il titolare del Mic nelle ore calde che hanno seguito l’addio del suo Capo di Gabinetto. “Non mi sono occupata della vicenda – precisa la Premier – Apprendo dalle agenzie che ci sarebbe un presunto conflitto di interessi tra l’attuale dimissionario Capo di Gabinetto del Ministro Giuli e un’altra persona che risale ai tempi della gestione Melandri del Maxxi. Queste nomine non sono state fatte da Giuli, dunque, si  deve chiedere conto a chi c’era allora ovvero all’ex Presidente del Maxxi – rimarca ancora Meloni, che riferendosi all’inchiesta di Report domanda: “perché esce adesso?”

In merito alla mail del magistrato Marco Patarnello diffusa da Il Tempo e rilanciata dalla stessa Meloni sui social, la leader di Fdi osserva – Non ho mai parlato di complotti, non credo ci sia un disegno di sovvertire la volontà popolare ma da parte di alcuni vedo un certo menefreghismo della volontà popolare della serie se il popolo non vota e non capisce come deve votare, allora vanno corrette le scelte del popolo”

“Nella mail il giudice Patarnello dice che non agisco per interesse personale ma per volontà politica. E dice che questo è un problema, ma io lo so. Una politica forte, che non ha scheletri nell’armadio, che non ha una seconda agenda e non è condizionabile è un problema per molti, per tutti coloro che sulla debolezza della politica hanno costruito imperi” – ha sottolineato Meloni.

Non poteva poi mancare un passaggio sulla legge di bilancio. “Abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi per il 2025 e per il 2025 abbiamo da pagare 38 miliardi di euro di superbonus che ci è servito a ristrutturare meno del 4% di case degli italiani, prevalentemente seconde case” – ha detto la Presidente  del Consiglio, rispondendo alle critiche del leader M5S Giuseppe Conte sugli aumenti delle pensioni minime e ha commentato – “Con quelle risorse avremmo potuto aumentare le pensioni minime di 20mila euro per ciascun pensionato minimo”.

“La manovra del Governo – ha assicurato la Presidente del Consiglio – non aumenta le tasse” e mantiene i conti in ordine. La sfida per il prossimo anno sarà avere più soldi in modo da intervenire con un taglio delle tasse per il ceto medio” – ha poi aggiunto Meloni.

 

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