Meloni alla Camera in vista del Consiglio Europeo: “protagonisti, non comprimari”

“Protagonisti e non comprimari” ha ribadito l’atteggiamento e la struttura con cui il Premier Meloni si prepara a sedere in Consiglio Europeo il prossimo 15 dicembre. Lo ha sottolineato nella sua dichiarazione alla Camera di poco fa.

“Abbiamo sempre dibattuto, a volte con veemenza, attorno all’ipotesi che in Italia dovesse esserci più o meno Europa. Quasi mai, ivnece, ci siamo chiesti se in Europa dovesse esserci più o meno più Italia. L’obiettivo di questo Governo è avere piuttosto che più Europa in Italia, più Italia in Europa: in condizione di pari dignità con gli Stati menbri, come si conviene ad una grande Nazione fondatrice”. Ovvero – sintetizza  il Premier – “non ratificare le scelte a valle, ma contribuire a quelle scelte a monte”.

Tanti e importante sono i temi dell’agenda del 15. Temi “su cui l’Italia ha tutte le carte in regola per offrire il suo contributo notevole”, specifica il Premier ovvero aggressione in Ucraina, energia, difesa, rapporti transatlantici, allargamento Unione. “Riguardano tutte la sovranità strategica dell’UE”, sintetizza Meloni.

Ucraina: “L’italia deve continuare a fare la sua parte”

Sull’Ucrainail Governo ribadisce il pieno appoggio a Kiev”, dice Meloni. “Piaccia o no a chi vorrebbe voltarsi dall’altra parte, il conflitto in Ucraina ci riguarda tutti”, affonda. E quando giunge alla sovranità europea che intima sia rafforzata qualifica con il termine “militare” il sostegno che all’Ucraina deve (continuare a) venire dall’Italia. Poi elenca l’attività del Paese nel conflitto: con gli aiuti militari anche l’assistenza finanziaria nella ricostruzione (110 milioni di euro e 200milioni di prestito senza oneri) e gli aiuti umanitari (sostegno ai profughi, oltre 172mila registrati ed accolti in Italia e 66 tonnellate di beni alla popolazione).

Dall’altra parte le sanzioni alla Russia: congelamento di 350 milioni di fondi e quasi 2 miliardi di euro di asset riconducibili a personalità sottoposte a sanzioni. Sanzione che hanno un “ruolo fondamentale per portare alla fine del conflitto”, commenta, e sulle cui ricadute bisogna “vigilare”. Qui cita la questione Lukoil di Priolo e l’intervento del Governo che – sottolinea Meloni all’Aula – ha “messo in sicurezza circa 10mila lavoratori”.

Altri temi, la sicurezza alimentare globale e l’energia. E giunge al “tetto dinamico del prezzo del gas”, richiesta del Governo che vede allineati anche altri Paesi dell’UE: Belgio, Bulgaria, Francia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Slovenia, fra gli altri. Richiesta che Meloni porterà, insieme a questi, in Consiglio il 15 dicembre.”Occorre assicurare risorse adeguate a tutti”, conclude.

Ancora, aiuti a famiglie e imprese. “Il Governo italiano è pronto a sostenere qualunque sforzo che abbia obiettivo di difendere il potere d’acquisto delle nostre famiglie e la competitività delle nostre imprese”, spiega il Premier.

Poi sicurezza e difesa, con focus sui Balcani Occidentali. “La stabilizzazione è una priorità in tema di sicurezza per l’Italia e per l’Europa”, ribadisce riferendosi al Vertice di Tirana. E a livello strategico: “fare avanzare il processo di europeizzazione dei Paesi Balcanici – spiega – significa far diventare più centrale l’Italia”. Fa riferimento poi anche al Kosovo e lascia applaudire l’Aula quando ricorda la missione Kfor. Infine, rapporti nel Mediterraneo e due questioni: “rispetto della legalità internazionale e necessità di affrontare il fenomeno a livello strutturale”. Come? “Fermando le partenze, lavorando alla gestione europea dei rimpatri”, fra l’altro. “È necessario responsabilizzare non solo l’Europa nel suo complesso, ma anche i Paesi sponda del Sud”. L’Est come il Sud e Italia protagonista, questo il quadro che il Premier definisce, ancora. Tutto in un’ottica ancora strutturale di “partenariato”, spiega, “uno sviluppo collaborativo per difendere il diritto a non dover emigrare piuttosto che dover emigrare per forza sostenuto fin qui”, conclude.

Infine, un passaggio sull’Iran e la condanna alle violenze che si stato consumando nel Paese: “ingiustificabili e inaccettabili”, tuona in conclusione Meloni.

 

 

 

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