“Ho scritto ai leader europei per ribadire che noi non possiamo attendere oltre, non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio”. Sono le parole del Premier Meloni pronunciate in Aula al Senato in occasione delle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo del 23 e 24 marzo.
“Le frontiere marittime dell’Italia sono le frontiere dell’Europa, che è chiamata a difendere quelle frontiere”, ha rimarcato la Presidente del Consiglio. È necessario per Meloni il “coinvolgimento degli Stati di bandiera delle Ong nelle operazioni Sar” e “gli Stati di bandiera che finanziano le Ong devono assumersi le responsabilità che il diritto del mare attribuisce loro”, ha continuato.
Al prossimo Consiglio Europeo, immigrazione al centro del tavolo
“Stiamo assistendo a una pressione migratoria senza precedenti” ha detto il Premier riferendosi alla tragedia di Cutro. E poi ha continuato: l’immigrazione “è il primo banco di prova” per l’Europa e “adeguati stanziamenti” di fondi europei debbano essere “dedicati a contrastare i flussi irregolari lungo le rotte del Mediterraneo centrale” così come è stato fatto con la Turchia.
Nella battaglia da condurre in Europa sul dossier immigrazione “sono certa di avere dalla mia la maggioranza degli italiani, e spero anche di avere la più ampia maggioranza” in Parlamento, “anche delle opposizioni. Perché, vedete, la battaglia politica si può efficacemente fare senza dipingere l’avversario come un mostro. C’è un limite che non andrebbe mai oltrepassato, il limite che, per gettare ombre sull’avversario, si finisce per mettere in cattiva luce l’Italia, mettendo in dubbio anche l’operato” delle forze dell’ordine e di Polizia, della Marina, della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, nonostante l’“Italia si stia assumendo responsabilità che sarebbero anche di altri”, ma colpendo l’Italia “si finisce anche per indebolire la nostra capacità negoziale”, ha aggiunto Meloni.
“Rendere effettive le procedure di rimpatri degli irregolari è un tema che abbiamo posto con forza e che sta molto a cuore dell’Italia”, sui risultati ottenuti “non possiamo dirci ancora soddisfatti”. Rispetto allo “stato di attuazione degli accordi assunti 5 settimane fa – ha aggiunto – l’Italia intende ribadire che non c’è più un minuto da perdere: è questo il momento di agire, è questo il momento di lavorare a soluzioni”.
“Vigileremo affinché” l’azione europea sul dossier migranti “sia effettivo, rapido e incisivo: non vogliamo più piangere morti nel Mediterraneo, non vogliamo più che gli ingressi dei migranti siano decisi da mafie scafisti”, ha concluso.
