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Ministro Bianchi: “Vogliamo una scuola aperta, inclusiva e affettuosa”

Vogliamo una scuola aperta, inclusiva e io aggiungo affettuosa. C’è molto in questi tre aggettivi, danno l’idea della visione fondamentale che ha la scuola di ricostruire le città”.

Con queste tre parole Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione, si è rivolto al pubblico che ha preso parte in Campidoglio al Convegno “Roma scuola aperta”, parafrasando il titolo di un film che fa parte della storia della cinematografia mondiale, diretto da Roberto Rossellini e scritto con la sceneggiatura di Federico Fellini e interpretato dalla indimenticabile Anna Magnani.

Ma indimenticabili restano, a chi ha avuto la possibilità di partecipare al convegno in Campidoglio, le parole pronunciate dal Ministro Bianchi sulla visione della scuola e che ci piace riportare testualmente.

Grazie al contrasto della pandemia, dopo la fase più acuta del Covid, abbiamo potuto riaprire le scuole e tornare alle lezioni in presenza. Le scuole e le lezioni sono fatte di tante parole, ma non solo, perché  ci sono anche gli sguardi e l’essere fisicamente in presenza, provando così anche a colmare le tante differenze e difficoltà personali”.

Stiamo lavorando con il Sindaco  Gualtieri e l’Assessore  Pratelli – ha aggiunto il Ministro – come con altri Sindaci di altre città. Ogni scuola svolge una funzione specifica sul territorio, mai come oggi c’è bisogno di ricucire. Lavoriamo insieme per avere una scuola aperta, inclusiva ed affettuosa” – ha ribadito il Ministro in un intervento che per alcuni concetti ha ripercorso il pensiero di Don Primo Mazzolari, il Parroco di Bozzolo, paesino della Bassa lombarda e per il quale è in corso il processo di beatificazione.

Aperta”, come devono essere tutti i luoghi della cultura e come ha detto in altre occasioni il Ministro, perché “la scuola con i corridoi chiusi, dove non vola una mosca, non è la mia scuola”.

Inclusiva”,  come devono essere tutti i luoghi che ripudiano i gesti e le parole che dividono, perché la scuola dev’essere per sua natura un luogo di condivisione e di mutuo aiuto tra chi ha difficoltà e chi riesce a “fare bene”.

Affettuosa”,  perché custode del lungo percorso di crescita e di formazione degli affetti più cari che le persone affidano alla nobile istituzione della scuola, dei propri operatori e del corpo docente.

Una visione della scuola aperta al mondo, immanente nella realtà del proprio tempo e alla quale è affidato l’arduo, ma importantissimo compito di preparare i giovani ad affrontare le più diverse e impegnative sfide del futuro.

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