Morto Carboni, imprenditore al centro dei “grandi misteri italiani”

Riferisce  l’Adnkronos che è morto a Roma Flavio Carboni, l’uomo d’affari da sempre al centro di molti dei grandi misteri italiani. Carboni, che aveva compiuto 90 anni da pochi giorni, sarebbe stato colpito da un infarto nella notte. Al centro della cronaca per molte vicende ancora oggi oscure, dal crack del Banco Ambrosiano all’omicidio di Roberto Calvi, fino alla cosiddetta loggia P3, ribattezzata così dalla stampa proprio per sottolinearne l’asserita assonanza con la loggia P2 di Licio Gelli, caso ancora aperto per il quale nel 2018. Alcuni reati per i quali Carboni è stato condannato in I grado a 6 anni e 6 mesi e per i quali è stato successivamente  assolto in via definitiva.

Carboni era stato tirato in ballo in tutti i principali grandi gialli italiani, con alcuni dei quali però – come la Loggia P2 – aveva sempre negato di avere a che fare: “Non ho mai conosciuto Gelli, non ho mai fatto parte della P2“. Anzi, “non ho mai fatto parte della massoneria in generale. Che poi abbia conosciuto tanti personaggi di primissimo piano – come tutti a quell’epoca del resto – che potessero avere simpatie o aderire a logge è un’altra storia”, le sue parole in una recente intervista all’Adnkronos.

Una storia, quella della P3, che l’imprenditore nell’intervista ad AdnKronos liquidava come “un’altra grottesca invenzione“, sottolineando come “di tutti i personaggi che sarebbero stati coinvolti nella P2 non ce n’era uno in questa che hanno chiamato P3… Né nessuno peraltro che avesse una qualche partecipazione in organizzazioni massoniche di sorta...”.

Quanto al collegamento con stragi, eversione nera, depistaggi, rispose all’intervistatore di AdnKronos che “molti partecipanti alla P2 dichiaratamente facevano parte della destra – diceva Carboni nella’intervista del marzo 2021 -, ma non certo della destra estremista, rivoluzionaria o violenta. Quelli che ho conosciuto io erano tutt’altro che violenti: Santovito era un bonaccione che tutto poteva fare meno che il capo dei servizi segreti e i commenti che ho avuto da Corona non erano certo tutti favorevoli alla P2 ma neanche accennò mai a degli estremismi reazionari così violenti, sanguinari“.

Dunque, i collegamenti con stragi o fatti di sangue, “li apprendo da ciò che si legge sui giornali, dalle accuse. Però se dovessi dare retta alle accuse cosa non sarei io? Riina farebbe ridere al mio confronto”, osservava l’imprenditore. “Io credo che alla P2 moltissimi abbiano partecipato come in genere si partecipa a queste associazioni: per fare carriera, per migliorare i rapporti, per fare conoscenze, per fare affari. Poi magari ci sono i buoni e i cattivi, come in tutte le cose. D’altra parte di tutto quello che si è detto della P2 cosa rimane infondo? Quasi tutti sono stati assolti dalla Cassazione, e non credo che anche i giudici fossero tutti coinvolti e complici di questi cosiddetti piduisti…“.

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Redazione

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