Ndrangheta: arrestato boss di Guardavalle. Si nascondeva in un bunker

Arrestato il boss latitante dell’ndrangheta Cosimo Damiano Gallace, reggente dell’omonima ‘ndrina di Guardavalle, Catanzaro. A fermarlo i Carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro, appunto, con un intervento attuato dal GIS, supportato dai Carabinieri dallo Squadrone Eliportato “Cacciatori Calabria”.

Nascosto in un bunker segreto dietro una parete di casa

L’uomo si nascondeva a Isca sullo Ionio, in un vero e proprio bunker all’interno di un  appartamento in un edificio occupato da una ditta di produzione di calcestruzzo. Al covo si accedeva dalla finta parete della camera da letto nascosta dietro la specchiera. La porta si apriva grazie a un congegno meccanico attivato dalla rotazione di un pomello di un attaccapanni a muro.

Al momento dell’intervento in casa erano presenti la compagna, 34enne, e la figlia di 4 anni. Questo ha destato sospetto negli investigatori che si sono convinti della presenza del boss visto che sia la compagna che la figlia risiedono altrove.

Sequestrati anche 35mila euro in contanti

Dopo una lunga perquisizione, Gallace è stato individuato. In casa sono stati sequestrati 35.000 euro in contanti, un tablet, 9 telefoni cellulari. Sottratte anche varie schede sim non ancora attive e l’hard disk della videosorveglianza. Un impianto con monitor a fianco alla tv in sala da pranzo che controllava 24 ore su 24 l’area esterna all’abitazione. La casa era dotata, tra l’altro, di allarme con annesso cane da guardia di grossa taglia.

Gallace, ritenuto boss dell’omonima ‘ndrina di Guardavalle con articolazioni ad Anzio e Nettuno (Roma), in Lombardia, Piemonte e Toscana, era ricercato dal 25 novembre 2020 per l’esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d’Appello di Roma. Era stato condannato a 14 anni per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Pendeva, inoltre, a suo carico, un’ordinanza emessa nel marzo scorso dal Gip di Catanzaro per un’inchiesta della Dda su un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Per aver preso parte alla cosiddetta “strage di Guardavalle” Gallace ha scontato complessivamente, a partire dai primi anni ’90, più di vent’anni di carcere.

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