No Vax, No Green Pass. Ricatto: la povera, e divertente, parodia di chi è contro i vaccini

Non scarico l’App Immuni perchè se lo facessi i miei dati verrebbero dati in mano a chissà chi“; “io non mi vaccino. Chissà cosa ci iniettano. E poi questo vaccino ci modifica il DNA e vedrete cosa succederà tra 5 anni“. Sono solo due degli esempi, più palesi, che i prima No App e poi i No Vax hanno espresso in TV, sui social, sulle radio e pure su canali ClubHouse.

Poi arriva il green pass e i nostri cari amici ci regalano l’ennesimo atto di questo divertente, se pur triste, sceneggiato argentino anni ’80 come quelli di Grecia Colmenares. Si perché ovviamente No Vax e No App, credono di essere super furbissimi. Sono “mangiatori di  carne di volpe”  a colazione per essere così furbi.

Unica cosa da fare è inviare in una chat pubblica la propria tessera sanitaria e il proprio documento di identità ovviamente  anche con allegata  la prova di aver pagato. “Così si sì che ti frego Italia mia”. Ma qualcosa non è andato proprio secondo i piani di tanti, tantissimi, no vax italiani, perché quando pensavano di ricevere il famoso green pass contraffatto sulla chat di Telegram, quello che si sono ritrovati davanti è stato  un vero e proprio messaggio di estorsione.

 “Abbiamo tutti i vostri dati, possiamo tranquillamente diffonderli online o consegnarli alle autorità. Fino a poco fa offrivamo un servizio illecito, è vero. Ma la nostra identità e i nostri sistemi sono sempre stati ben tutelati, mentre noi ora abbiamo tutti i vostri dati. Minacciare un’identità ignota quando si è totalmente disarmati, nel torto e con l’unica possibilità di prendere una denuncia è da stupidi. Per dimostrare ai pochi stolti che le minacce e i tentativi di spaventare non hanno fatto altro che ledere alla loro persona, abbiamo deciso di fornire, a tutte le persone che hanno inoltrato richiesta, 24 ore di tempo da questo momento per inviare un pagamento di 350 euro in Bitcoin“.

I tonti del web, che hanno creduto in un primo momento alla truffa dei green pass falsi su Telegram, sono stati ricontattati dai truffatori. Chi ancora non ha ricevuto messaggi in questo senso, rischia di leggerli a stretto giro. Fondamentalmente quello che prende corpo è un ricatto; con la minaccia di fornire i dati inizialmente consegnati per realizzare il green pass falso alle autorità o a soggetti terzi malintenzionati sul dark web.

Fin qui nulla di nuovo, ma la notizia di oggi è che il riscatto chiesto per evitare che i propri dati siano dati a terzi, dopo che si è materializzata la truffa dei green pass falsi su Telegram, pare ammontare a circa 350 euro. Questa la cifra richiesta ai truffati, da erogare tramite bitcoin in base alle ultime segnalazioni.

Ora i mangiatori di carne di volpe dei no vax e no green pass avrebbero una sola via, ovvero quella della denuncia ai Carabinieri e alla Polizia Postale. Così facendo, tuttavia, si autodenuncerebbero per contraffazione, richiesta di documenti falsi e chi più ne ha più ne metta. Ecco quindi che molti di loro, che dovete assolutamente ricordare, erano gli stessi che non scaricavano l’App Immuni perché non sapevano dove sarebbero stati inviati i loro dati, sono gli stessi  che non vogliono assolutamente ricevere un vaccino di cui,  dicono, non si sa cosa ci sia dentro.

Gruppo Telegram con 119.232 iscritti

Ora non resta che aspettare. Se gli admin del gruppo faranno davvero quello che dicono (solo in una chat sono circa 35mila persone che hanno pagato la prima parte,  cioè quella per ricevere il green pass), nel caso non dovessero pagare troverebbero i loro dati sulle piattaforme del dark web, ovvero l’internet illegale,  sempre  che non arrivi prima la Polizia Postale. Vi state chiedendo quanti sono fino ad oggi i no vax mangiatori di carne di volpe? Sono più di 500 mila suddivisi in circa 30 gruppi Telegram visitati.

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