Il nuovo anno del Festival “Cerealia” con la “Concordia Mediterranea”

Ritorna il Festival itinerante “Cerealia” con un evento importante intitolato “Concordia Mediterranea” che vedrà l’intervento musicale del coro Tyrtarion, con allievi e docenti del campus internazionale e un dibattito dedicato al “Dialogo per un nuovo Umanesimo Mediterraneo”. I lavori saranno introdotti da Luigi Miraglia presidente dell’Accademia “Vivarium novum” e vedrà gli interventi di Ignacio Armella Chávez vice presidente dell’Accademia “Vivarium novum”, del professore Enrico Molinaro presidente di Prospettive mediterranee e segretario generale “RIDE”, di Samaʻyāt, con la Musica Araba dal Mashreq, un concerto a cura dell’ISMEO, introdotto dal presidente Adriano Rossi e degli interpreti Elias Habib (riq, bendir, darbuka) e Mustafa Sa’ad (violin, khamanja) e con la presenza dell’ospite d’onore Fayiz Khouri,  Ambasciatore del Regno Hascemita di Giordania in Italia.

La Giordania è il Paese al quale sarà dedicato il Festival “Cerealia” 2022. Il Festival internazionale e interdisciplinare “Cerealia” è dedicato al mondo dei cereali ed è organizzato dall’associazione culturale no-profit Music Theatre International (M.Th.I.). Cerealia è una manifestazione dedicata a tutti i cereali che riprende la portata storica e ciò che avveniva nei rituali dell’antica Roma di Cerere e delle Vestali e, in una visione più ampia, è allargata ai paesi del bacino del Mediterraneo, già facenti parte dell’impero di Roma. Cultura, ambiente, territorio, società, economia, alimentazione, turismo, sono le tematiche affrontate dal festival, attraverso le attività tra le più varie, quali tavole rotonde, incontri, performance, degustazioni, visite guidate, mostre, laboratori didattici, ricerca.

Il festival intende valorizzare lo scambio e l’arricchimento interculturale tra i Paesi del Mediterraneo quale occasione d’interscambio culturale a vari livelli, tra cultura e società, alimentazione e gastronomia. Lo fa promuovendo la condivisione delle sfide comuni a livello di cluster regionali tra i popoli che si affacciano sul mare nostrum, stimolando lo sviluppo di modelli sostenibili di economia circolare e sposando i diciassette obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Tra le associazioni partner dell’evento ritroviamo anche Gi.&Me. Association, presieduta da Franz Martinelli, che da qualche anno sta dedicando una nutrita attenzione, con approfondimenti, ricerca e momenti di confronto, al mondo dei cerali di coltivazione locale e all’analisi dei processi lavorativi delle aziende agricole del Mediterraneo legate ad una visione di sostenibilità e di rispetto dei diritti dei lavoratori.

L’attenzione dedicata per il 2022 al Regno di Giordania non è casuale e il Paese nell’ultimo anno sta sviluppando politiche e iniziative economiche in rapporto all’analisi dei processi alimentari legati alla coltivazione, distribuzione e consumo di cereali. La Giordania è tra quei paesi che soffre sistematicamente la mancanza di un accesso sicuro e costante al patrimonio “acqua”, una scarsità tale che ne limita notevolmente le capacità di coltivazione, innovazione e crescita occupazionale nel settore agricolo, con il conseguente effetto di consentire soltanto la produzione di una ridotta quantità di cereali, insufficiente al fabbisogno reale della popolazione locale che negli ultimi anni ha visto registrare un incremento a causa dell’afflusso di profughi provenienti dalla confinante Siria. Per il biennio 2021 e 2022, il Paese ha registrato una crescita di consumo sia di grano duro, una stima giunta a 875.000 tonnellate, sia di orzo e mais. Un incremento importante per il Regno di Giordania, frutto della conseguenza attuale della fluttuazione degli approvvigionamenti e consumi, causata dall’incertezza dell’instabilità del mercato a seguito dell’emergenza sanitaria e i timori delle aziende agricole e di allevamento riguardo una possibile carenza di mangimi e pollame. In Giordania, i cereali sono essenziale per il mantenimento di una pace sociale e il governo provvede al controllo dei prezzi e al calmieramento dei costi di prodotti essenziali per la vita come il pane e altri prodotti derivati. D’altronde, ricordiamo che dal 2017, il governo sta investendo molto sul progetto “Sahara Forest Project” per sviluppare e consentire l’agricoltura nel deserto, contribuendo allo sviluppo sociale e creando posti di lavoro green. Obiettivo delle autorità è quello di avviare ulteriore produzione redditizia di cibo, acqua dolce, biocarburanti ed elettricità. Il sistema agricolo, una volta a regime, dovrebbe essere in grado di produrre 130 tonnellate di verdure l’anno e circa 10 mila litri d’acqua al giorno. Un sistema possibile grazie alla coltivazione in serre refrigerate con l’acqua salata attinta da bacini scavati appositamente, affiancati da un impianto solare a concentrazione e uno di desalinizzazione dell’acqua.

Riflettere sul futuro dell’agricoltura in Giordania e sulla capacità di produzione dei cereali è essenziale per comprendere la portata del fenomeno dell’accesso al cibo sicuro in una zona geografica delicata, che vive intense problematiche ambientali, e che può contribuire a implementare nuove idee e proposte in merito alla coltivazione e alla distribuzione dei cereali nell’area del Mediterraneo. Una visione su cui Gi.&Me. Association spinge molto, affinché si possa concretamente lavorare allo sviluppo e all’applicazione di metodi di ricerca e di innovazioni tecnologiche avanzate che sono sempre più una necessità per le città, le zone costiere e le aree rurali di tutto il Mediterraneo.

 

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