Obbligazioni verdi: in arrivo la nuova normativa europea

Mentre crescono l’attesa e l’interesse per la presentazione di questa settimana del pacchetto legislativo, finalizzato al raggiungimento dei nuovi obiettivi climatici in ambito Unione Europea – Fit for 55, la Commissione si è portata avanti con i compiti, illustrando gli aspetti regolamentari legati al nuovo standard di obbligazione verde.

Infatti, se la transizione ambientale si conferma, attraverso l’iniziativa Next GeneratioEu, punto qualificante dell’attività dell’UE, fissando obiettivi decisamente ambiziosi – taglio del 55% delle emissioni nocive rispetto ai valori del 1990 entro il 2030, situazione di neutralità per la metà di questo secolo, non meno importante è lo sforzo finanziario necessario per raggiungerli, quantificato in 350 miliardi di euro annui.

Il progetto di nuova obbligazione verde, presentato dal Vice Presidente della Commissione Dombrovskis e che dovrà passare il vaglio del Consiglio e del Parlamento europei, da un lato riafferma per l’Ue la centralità della finanza sostenibile nella lotta ai cambiamenti climatici; dall’altro si propone di rafforzare il ruolo internazionale dell’euro.

In realtà, finora, il mercato delle obbligazioni verdi ha rappresentato una percentuale modesta (2,6%) di quello obbligazionario continentale; anche se va sottolineato che, lo scorso anno, l’UE ha concorso per oltre la metà alle emissioni verdi in euro e la loro importanza su base mondiale è cresciuta al 49% dell’ammontare complessivo .

Il nuovo tipo di obbligazione sarà messo a disposizione di emittenti pubblici e privati, europei e non europei e includerà tutte le possibili forme obbligazionarie: da quelle garantite, alle cartolarizzate, alle obbligazioni a progetto.

Le risorse così raccolte dovranno essere utilizzate per finalità di tutela ambientale nel rispetto del codice di tassonomia europeo, rispetto, valutato da organismi terzi registrati presso l’ESMA, l’Authority Europea dei mercati.

Se si passerà dalla fase progettuale a quella realizzativa in tempi ragionevolmente brevi, si potrà affermare con soddisfazione di aver vinto una sfida molto importante per le prossime generazioni; e, anche, che Casa Europa avrà aggiunto al proprio edificio un ulteriore importante tassello di coesione identitaria.

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