Operazione antidroga “Tibus”. Arrestate 55 persone

I Carabinieri della Compagnia Roma Parioli, coadiuvati dai colleghi dell’Arma competenti per territorio, tra cui Roma, Brescia, Genova e all’estero in Germania e Albania, in collaborazione con lo S.C.I.P., stanno dando esecuzione a un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia che dispone il carcere per 55 persone. 

Le suddette sono ritenute responsabili di appartenere a tre associazioni di traffico illecito di stupefacenti, produzione e detenzione delle stesse. Coinvolti: 52 uomini e tre donne, di cui 27 cittadini albanesi, 23 nigeriani, 4 italiani e 1 gambiano.

Il provvedimento cautelare trae origine da un’indagine, condotta da aprile 2018 ad aprile 2019, da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Parioli, scaturita durante il costante monitoraggio delle piazze di spaccio della Capitale e dopo aver verificato che diversi soggetti fermati e controllati in prossimità dell’autostazione “Tibus”, occultavano importanti quantitativi di marijuana tra i propri effetti personali e i capi di vestiario, all’interno di zaini, borsoni o trolley. Tutte le persone fermate erano in procinto di partire verso destinazioni diverse, la sostanza stupefacente che avevano con loro presentava sempre la stessa modalità di confezionamento e quasi tutti i soggetti arrestati risultavano privi di precedenti penali.

Nelle fasi delle indagini, tra i corrieri fermati dai Carabinieri della Compagnia Roma Parioli, c’è stata anche la detenuta tedesca che a settembre 2018 uccise i due figli a Rebibbia. La donna era stata sorpresa dai militari in macchina mentre trasportava 11 chili di marijuana nascosta tra i pannolini dei bambini. Con lei c’erano anche due nigeriani destinatari dell’odierna ordinanza. La donna, che all’epoca aveva 33 anni, finì in carcere per traffico di stupefacenti proprio in seguito a quell’episodio. E un mese dopo, mentre era a Rebibbia, buttò i due figli piccoli, uno di un anno, l’altro di diciotto mesi, giù dalle scale.

Parioli
Parioli

I Carabinieri nel corso dell’attività investigativa hanno avuto modo di documentare la presenza di soggetti di riferimento di nazionalità Nigeriana presenti a Roma, per lo più nel quadrante Sud Est della Capitale, principalmente nelle zone di Torre Angela, Tor Bella Monaca, Borghesiana, Castelverde, Ponte di Nona, i quali, avvalendosi di intermediari, avevano contatti nelle altre città d’Italia e non solo, con i quali concordavano lo stupefacente da far partire dalla Capitale, quantitativo e prezzo.

Il sistema era collaudato; il referente nigeriano nelle altre città sparse in tutta Italia, inviava al paritetico presente nella Capitale un “corriere”, quasi sempre molto giovani, incensurati e reclutati direttamente nei Centri di Prima Accoglienza e quasi tutti risultavano in transito e con lo status di “rifugiato politico”, contestualmente, il referente nella Capitale si occupava dell’approvvigionamento dello stupefacente soltanto dall’associazione criminale di matrice Albanese, occupandosi, spesso, di organizzare il viaggio di ritorno del corriere, alcune volte fornendo anche un autista, soprattutto nei casi di ingenti quantitativi, che si occupava di accompagnare il “corriere”, per lo più proprio presso l’Autostazione “Tibus”.

Nello S.P.R.A.R. di Via della Riserva Nuova n. 219 abitava uno dei maggiori acquirenti.

Tutti gli indagati dell’associazione albanese provenivano dalla città di Valona. La marijuana sbarcava sulle coste pugliesi e con la tecnica ”a staffetta”, veniva trasportata nella Capitale imballata. I telefoni che utilizzavano erano quelli di vecchia generazione per potersene sbarazzare con più facilità. Le comunicazioni avvenivano quasi sempre attraverso lo scambio di sms. Il prezzo poteva variare a seconda del quantitativo richiesto e alla qualità dello stupefacente.

Per consegnare la sostanza, venivano scelti ragazzi giovani ai quali veniva riconosciuta una percentuale pari a 50 euro per ogni kg venduto. La Capitale, all’esito di un anno di indagini, è risultata essere il centro di smistamento di tonnellate di marijuana che vengono convogliate nel territorio romano per essere poi dirottate in tutta Italia e all’estero.

Complessivamente, l’attività investigativa ha permesso, dall’aprile del 2018 al mese di aprile 2019, di arrestare 83 soggetti e di sequestrare quasi 500mila chili di marjuana e 10 di hashish e di sottoporre a sequestro preventivo la somma di 70.000 euro. Sostanza che al dettaglio avrebbe fruttato circa 2.5 milioni di euro.

 

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