Le opportunità dell’agribusiness in Marocco

Il Marocco si colloca al sessantesimo posto nella graduatoria delle economie mondiali, ed è un partner strategico per l’Italia, che si conferma al quinto posto come partner commerciale e al terzo posto tra i partner europei.  Per questo Euromed International Trade ha organizzato un evento online rivolto alle imprese interessate al Paese nordafricano, puntando sulle priorità dell’attualità economica nei settori dell’Agrifood, l’Agritech, la Green Economy, ricerca e sviluppo e la crescita dell’industria agroalimentare. All’evento hanno partecipato l’Agence Marocaine de Développement des Investissements et des Exportations, Anima Investment Network, l’Associazione “Legami” e Unci Agroalimentare.

I lavori online si sono svolti con i saluti di apertura dell’Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, per voce del Consigliere economico, che ha ricordato le immense opportunità della cooperazione tra Italia e Marocco. Nel Regno, le industrie agricole e alimentari (IAA) hanno continuato a dimostrare la loro forte resilienza in termini di produzione, valorizzazione e rifornimento dei mercati di prodotti agricoli e alimentari, con una campagna agricola del 2019-2020 che ha visto un rimbalzo dell’8% nelle esportazioni di prodotti agroalimentari e raggiungere circa 4 miliardi di euro. Tutto merito di una strategia di settore efficace e perfezionata nel tempo a cui si deve tale resilienza, anche al culmine della crisi che ha riportato in primo piano i temi della sicurezza alimentare in un contesto generale di sovranità economica.

Gennaro Scognamiglio, segretario dell’Unci Agroalimentare, ha poi ricordato l’importanza del settore agricolo e di quello ittico nella cooperazione tra Italia e Marocco ribadendo l’importanza di diffondere un sistema economico incentrato sulle cooperative che possa far forza tra i piccoli agricoltori per promuovere più efficacemente i propri prodotti all’estero e nei mercati internazionali.

Un altro intervento atteso è stato quello di Zouhair Triqui, segretario generale dell’Agence Marocaine de Développement des Investissements et des Exportations che ha relazionato sull’importanza dell’agroalimentare in Marocco, ricordando che “l’agricoltura è molto importante per l’economia del Marocco, produce circa il 14% del PIL e impiega circa il 40% della forza lavoro attiva. Uno dei problemi fondamentali dell’agricoltura marocchina è la carenza di risorse idriche dovuta sia ai processi di desertificazione in atto in diverse aree del paese, sia alla scarsità di precipitazioni. Per far fronte a queste carenze sono in corso grandi piani di investimenti pubblici per incrementare le risorse idriche con la costruzione di opere di ingegneria idraulica come dighe e canali. Circa il 13% del territorio marocchino è dedicato alle attività agricole. Le principali produzioni sono: cereali come frumento e orzo, agrumi, olive, uva, mele, albicocche, mandorle, patate, barbabietola da zucchero e legumi. Importanti le produzioni di olio d’oliva e di vino. Di grande importanza è anche il comparto della trasformazione alimentare. Il 30% dell’output del settore manifatturiero è dovuto al settore agroalimentare. Sta crescendo molto, in particolare, il comparto della lavorazione e trasformazione delle carni. Inoltre, il paese sta puntando molto su infrastrutture efficienti e innovative come il primo treno ad alta velocità e l’hub portuale di Tangeri Med”.

Uno dei terminal container più nuovi ed efficienti dell’intero Mediterraneo, Tangeri Med è infatti un punto nevralgico e strategico tra Africa, Europa, Asia, Nord e Sud America. È circondato da una zona franca di attività industriali e logistiche. Il Porto di “Tangeri Med” è tra le opere del Mediterraneo più importanti, un collante tra Europa e Nord Africa.

Tra le tematiche economiche analizzate durante i lavori online, organizzati da Euromed International Trade, particolare attenzione è stata posta al nuovo piano nazionale sull’agricoltura, la sostenibilità e l’energia rinnovabile con il passaggio dal Piano Marocco Verde al Piano Green Generation. “Green Generation 2020-2030” è il nuovo piano lanciato dal Regno che punta sulla capitalizzazione dei risultati raggiunti dal piano Marocco Verde, lanciato dal sovrano nel 2008, attraverso l’adozione di una nuova visione del settore agricolo, la consacrazione della nuova governance e la fornitura di mezzi moderni al settore. I risultati raggiunti nell’ambito del Piano Marocco Verde hanno favorito la firma di 19 contratti di programma, l’attuazione di 12 piani agricoli regionali, la creazione di quattro nuove agenzie e circa 4 miliardi di dollari mobilitati dai finanziamenti internazionali.

A livello macroeconomico, il Piano ha consentito la moltiplicazione del PIL-Agricoltura e le esportazioni agricole, con un aumento del volume degli investimenti, la creazione di posti occupazione e dei tassi di copertura per le esigenze alimentari. Un modello che permette l’intensificarsi degli investimenti e della cooperazione economica tra Europea e Africa del Nord come ricordato da Aurélien Baudoin, direttore di Anima Investment Network che ha ricordato l’azione del network (di cui Euromed è parte) nel proporre nuove progettualità in Nord Africa, attraverso sviluppo economico e cooperazione, promozione degli investimenti e gestione del marketing territoriale, sviluppo dell’innovazione e mobilitazione delle risorse per la crescita degli investimenti in ambito agricolo.

Caterina Passariello, Project Manager di Euromed International Trade ha relazionato sull’importanza di intraprendere un corretto di processo di internazionalizzazione che si differenzia dal processo di esportazione con un modello che deve generare crescita in un’ambiente altamente competitivo, caratterizzato dal libero movimento di merci, servizi, capitali e risorse a livello globale, in cui l’internazionalizzazione dell’impresa non si identifica più con la sola attività di export, ma prevede anche la collaborazione con imprese di altri paesi, apertura di filiali commerciali o produttive ed altre attività.

Ha concluso i lavori Abdessamad El Jaouzi, Fouder dell’Associazione “Legami” e analista energetico che ha relazionato sul rapporto tra energia e agricoltura nel Mediterraneo, confermando come il Marocco sia certamente tra i più ambiziosi paesi nordafricani, dovendo affrontare grandi problemi di sicurezza energetica e cambiamento climatico, con una popolazione giovane e in crescita. Non avendo proprie fonti energetiche convenzionali significative, il Marocco è il maggiore importatore di energia in Nord Africa. Il mix energetico è dominato dagli idrocarburi essenzialmente destinati al trasporto, e dal carbone destinato alla produzione di elettricità. Una condizione di svantaggio che lascia il paese esposto alle fluttuazioni dei prezzi globali.

Il Regno sta puntando molto su nuove opportunità energetiche e rinnovabili, grazie al potenziale idroelettrico, eolico e solare e ai programmi integrati finalizzati all’installazione di 6000MW da fonti pulite. Negli ultimi anni ha avviato profonde riforme, ha investito molti miliardi di dollari ed è diventato leader in nord africa. La nuova energia si propone come un “motore” di sviluppo in Marocco e il rapporto tra energia e agricoltura sostenibile è al centro del nuovo “Generation Green 2020-2030”. Quindi l’elemento sostenibilità, durabilità deve guidare le scelte di investimento imprenditoriali. Un progetto di notevole interesse anche per le imprese italiane è la produzione di Idrogeno Verde dove il Marocco conta di intercettare intorno al 4% del mercato globale, secondo il Ministero dell’energia marocchino. “Un obiettivo importante che potrebbe essere raggiunto nel prossimo decennio dal lancio effettivo della produzione e farà risparmiare al Marocco i 2 milioni di tonnellate di ammoniaca importate ogni anno. Attualmente, l’agenzia marocchina per l’energia sostenibile (Masen) sta lavorando allo sviluppo di un impianto ibrido fotovoltaico/eolico per fornire un impianto di idrogeno verde con una capacità di elettrolisi di circa 100 MW. La prima in Marocco e in Africa”, ha concluso l’analista energetico ed esperto di cooperazione economica internazionale El Jaouzi, rinnovando la grande “energia positiva” che arriva da un Paese strategico per le imprese italiane e pronto a rendersi protagonista nelle nuove politiche di sviluppo.

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