Le opportunità commerciali provenienti dall’accordo Mercosur

Tra i focus commerciali prioritari del nuovo anno ritroviamo l’accordo fra Unione europea e paesi del Mercosur da ratificare. Stiamo trattando di possibili nuove potenzialità per un mercato da 780 milioni di consumatori che copre il 25% del Pil mondiale. “Credo fermamente che Italia, Europa, America Latina e Caraibi non condividano solo un passato inseparabile, ma anche un presente fatto di sensibilità e interessi convergenti, orientato a costruire un futuro di reciproco benessere. L’Italia resterà impegnata sia sul piano bilaterale, sia in Europa, per favorire e rinsaldare questo percorso comune”, ha recentemente dichiarato la Viceministra degli Esteri Marina Sereni, intervenendo all’audizione informale della commissione Esteri della Camera dedicata al 30° anniversario della nascita del Mercosur.

Voglio ricordare il ruolo della collettività italiana nella regione. Sono oltre due milioni, infatti, gli italiani iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero nel 2019, ma se si considerano anche gli italo-discendenti si arriva a circa 40 milioni di persone. In secondo luogo, l’Italia è oggi uno dei principali Paesi investitori in America latina e nei Caraibi. Nel 2019, lo stock degli investimenti diretti esteri nella regione latino-americana ha raggiunto i 33.5 miliardi di euro, mentre se si considera il flusso del solo 2019 la cifra è pari a 4 miliardi di euro.

Un risultato ben superiore ai nostri investimenti diretti in altre aree del pianeta. È tempo quindi di dedicare a questa regione un’attenzione proporzionata alla sua importanza strategica. In quest’ottica, l’Italia ha sempre sostenuto la conclusione dell’accordo tra l’UE e il MERCOSUR, convinta che esso sarà uno stimolo potente per le relazioni commerciali e gli investimenti fra le nostre due regioni. L’accordo concluso offre alle nostre imprese grandi opportunità, con riferimento al commercio dei beni industriali ed agricoli, dei servizi, degli appalti pubblici e degli investimenti. In un momento in cui Mercosur e Unione Europea si trovano ad affrontare le conseguenze della pandemia, l’accordo potrà contribuire anche alla ripresa e rilancio delle rispettive economie”, ha ribadito Marina Sereni.

Grazie all’accordo verranno rimosse le tariffe per i prodotti europei sul settore auto (che oggi ha tariffe al 35%), componenti di automobili (14-18%), macchinari (14-20%), prodotti chimici (fino al 18%), prodotti farmaceutici (fino al 14%), abbigliamento e calzature (35%) o tessuti a maglia (26%), settori questi molto importanti per l’export italiano ed Europeo. Il settore agroalimentare dell’Europa beneficerà del taglio delle attuali tariffe su prodotti come cioccolatini e dolciumi (oggi al 20%), vini (al 27%), bevande alcoliche (dal 20 al 35%) e bevande analcoliche (dal 20 al 35%).

Previste quote di ingresso a dazio zero per i prodotti lattiero-caseari dell’Ue (attualmente una tariffa del 28%). Gli interessi europei si concentrano principalmente nell’esportazione di prodotti dell’industria manifatturiera, in particolare macchinari, equipaggiamenti per il settore dei trasporti e prodotti chimici. La globalizzazione dei mercati impone alle imprese e ai professionisti della consulenza una conoscenza sempre maggiore delle realtà economiche emergenti. Il Mercosur costituisce un grande sbocco ed un bacino importante di business opportunities. La svolta liberista che ha investito, dal 1990 in poi, l’Argentina e atri contesti del Sud America ha riportato in questi paesi condizioni macroeconomiche interessanti ed ha aperto la strada ad ingenti investimenti diretti esteri che meritano la massima attenzione da parte degli imprenditori italiani ed europei.

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