L’Oms continua a indagare sulla Cina. Ma per Whuan è solo arroganza

L’Oms getta le basi per ricercare nuovamente le origini del Covid-19 in Cina. Questa la risposta di Whuan: “Si tratta di arroganza nei confronti della scienza”. 

A riferirlo è il numero due della Commissione sanitaria nazionale cinese, Zeng Yixin, il quale aggiunge anche: “Pechino non accetterà mai un tale piano di tracciamento delle origini poiché, in alcuni aspetti, ignora il buon senso e sfida la scienza”.

E’ necessario liberarsi delle interferenze politiche. Sempre secondo il “numero due”, non si può pensare di accanirsi contro un Paese facendolo passare a tutti costi come responsabile e politicizzando lo studio sull’origine del virus.

L’evoluzione dai primi casi

I primi casi accertati di Covid-19 a Whuan, sono stati registrati a dicembre del 2019, con la convinzione che il virus fosse passato agli essere umani attraverso alcuni animali venduti per scopi alimentari al mercato di Huanan. Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha chiesto maggiori informazioni sul fenomeno che ha devastato il mondo con una terribile pandemia. Ma le indagini, stando ai risultati, hanno chiarito quasi niente.

A questo proposito, Zeng Yixin, ha chiesto di iniziare ad attirare l’attenzione anche su altri Paesi per trovare delle spiegazioni e non soltanto in Cina. “Abbiamo presentato il 4 luglio all’Oms le raccomandazioni per la fase 2, ritenendo che lo studio dovrebbe essere basato sul lavoro congiunto Oms-Cina e condotto in molti altri luoghi in tutto il mondo dopo le consultazioni complete con gli Stati membri dell’agenzia” – spiega Zeng.

 

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