Patrick Zaki, secondo compleanno in carcere e senza prospettive di una soluzione

Buon compleanno, Zaki.

Un secondo compleanno passato in carcere per aver avuto il coraggio di difendere i diritti umani. In carcere in Egitto per non aver avuto paura.

La storia di Zaki

Oggi, l’attivista Patrick George Zaki dovrebbe trovarsi di fronte a una torta con scritto 30. E’ nato il 16 giugno 1991 a Mansura, in Egitto. Nel 2018 ha iniziato a far parlare di sé durante le elezioni presidenziali egiziane, in quanto organizzatore della campagna elettorale di Khaled Ali. Quest’ultimo, impegnato nella lotta dei diritti umani, ha ritirato la sua candidatura a causa di atti intimidatori nei suoi confronti.

Zaki non ha mai mollato nonostante nel 2019 si trovasse in Italia per un Master. Ma a privarlo della propria libertà è stata la sua stessa casa, il suo Stato, che di diritti non ha fatto di certo una legge fondamentale. E così tornato in Egitto per stare con la sua famiglia, ha trovato ad attenderlo gli agenti dei servizi segreti che lo hanno ammanettato.

Solo dopo essere trascorse 24 ore, la sua famiglia, i suoi amici e il mondo intero, hanno saputo che il giovane Zaki è stato arrestato. Era il 9 febbraio.

Dietro le sbarre perché, secondo “loro”, alcuni suoi post su Facebook incitavano alle proteste, alla sovversione e diffondeva false notizie. Prima di essere portato in carcere, Patrick è stato torturato per ore.

Punito per salvare. Le reazioni del mondo 

Patrick si trova attualmente in uno spietato carcere: quello di Tora. Oggi, più che mai, il mondo si è mosso per esprimere poche parole. Poche, perché non sono mai state abbastanza quelle nei confronti di colui che è stato punito per aver pensato di poter cambiare le cose.  E’ una triste verità, ma certe situazioni a volte non meritano di essere cambiate. Troppe volte invece ci si dimentica di chi qualcosa ha fatto e ha pagato a caro prezzo.

Zaki è ancora in carcere e il mondo, oggi, parla così:

David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo: “Oggi questo ragazzo che amava l’Italia e studiava a Bologna, trascorrerà il giorno del suo trentesimo compleanno nelle galere egiziane, tra l’altro in piena emergenza Covid. La sua detenzione è una vergogna per tutti coloro che credono nei valori umani e nei diritti fondamentali della persona”.

Enrico Letta, PD: “Oggi Zaki compie 30 anni. In cella. Noi chiediamo al governo di applicare l’indicazione unanime del Parlamento e dargli la cittadinanza”.

Nella giornata di oggi sono diverse le iniziative organizzate nella città di Bologna, la stessa città che lo ha accolta e attende – come molti – che Zaki possa tornare alla libertà.

 


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